Come PERFORMANCE COACH lavoro con la persona in un percorso di crescita continua per migliorare le proprie performance e raggiungere così risultati desiderati.
Come FORMATORE, studio e realizzo con e per il cliente, incontri e corsi di formazione, accompagnando le persone al di fuori dell’ambiente lavorativo, immersi nella natura, boschi, laghi, montagne, ecc…
In questo modo ogni partecipante ha l'opportunità di toccare con mano il cambiamento, avvenuto anche in pochi giorni, da portare poi in ogni ambito della propria vita.
SCRIVIMI per il tuo percorso personalizzato: info@andreadevicenzi.it

  • Oggi l’Aula Magna dell’ITE Tosi di Busto Arsizio si è trasformata in un luogo di viaggio, scoperta e ispirazione… senza muoversi di un centimetro. Davanti a quasi 800 studenti in 2 incontri, ho presentato Oltre l’Impossibile 3, la nuova avventura che nel 2026 porterà un gruppo di 12 giovani nel Circolo Polare Artico, uno dei luoghi più affascinanti e ostili del pianeta. Una sfida che continua un progetto visionario, nato quasi per intuizione, diventato esperienza concreta in Islanda nel 2024 e poi in Cambogia nel 2025, e che oggi cresce, si evolve e apre una nuova rotta verso il Nord estremo. Ho raccontato i panorami infiniti dell’Islanda, il silenzio dei suoi ghiacciai, il calore del popolo cambogiano e gli 810 km pedalati tra umidità e strada rovente. Negli occhi di molti ragazzi vedevo accendersi quella scintilla che riconosco immediatamente: la voglia di provarci. Quella voglia che nasce quando scopri che i limiti non sono muri, ma orizzonti da spostare. Oltre l’Impossibile è nato dall’idea di due visionari, me e la dirigente Amanda Ferrario, con la collaborazione di moltissime persone, che credevano si potesse portare una nuova forma di educazione all’interno della scuola. Un’educazione esperienziale, fatta di strada, fatica, silenzi, scelte, responsabilità, collaborazione, scoperta del proprio mondo interiore e di quello esterno. Un viaggio che prima di tutto, i ragazzi fanno dentro di sé. Nelle prime due edizioni ho visto studenti trasformarsi, superare paure, condividere fragilità, trovare una voce più forte, una direzione più chiara. Li ho visti andare oltre ciò che credevano possibile e oggi, mentre parlavo, percepivo quella stessa energia crescere ancora. La terza edizione li porterà in un ambiente completamente diverso: Gelo, Vento, una Natura che non fa sconti ed il Sole a mezzanotte. Un contesto che ti insegna a collaborare, sviluppare fiducia verso gli altri e scoprire chi sei. Da oggi si apre ufficialmente la fase delle candidature. Gli studenti del Tosi potranno inviare il proprio video motivazionale, raccontando perché vogliono far parte della spedizione e cosa significa, per loro, superare l’impossibile. Non cerchiamo atleti e tantomeno “i migliori”. Cerchiamo giovani che desiderano mettersi in gioco, con autenticità, coraggio e la voglia di scoprire chi possono diventare. Il viaggio è appena ripartito. E come sempre… non ci fermiamo.

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  • ASSET Vallagarina Andrea Devicenzi

    Sabato 15 novembre ho avuto il privilegio di essere ospite a Nogaredo (TN), nella splendida cornice della Cantina Vivallis, per l’evento organizzato da ASSET Vallagarina per il “Gruppo Giovani”. Un luogo che profuma di eccellenza italiana e tradizione, perfetto per una serata dedicata alla crescita personale e professionale. L’incontro si è aperto con una brillante performance teatrale di un gruppo del territorio, capace di accendere energia e curiosità in sala. A seguire, una visita guidata di mezz’ora in cantina, dove i presenti hanno potuto immergersi nella storia, nella qualità e nel valore di un’azienda che rappresenta una delle realtà vitivinicole più consolidate del Trentino e nazionale Poi è arrivato il mio momento! Partendo dal racconto della mia storia, punto più buio a 17 anni, alla rinascita, alle avventure nel mondo, i record e i progetti nelle scuole. Ho accompagnato i presenti in un viaggio dentro ciò che realmente costruisce una performance, non solo sportiva, ma umana. Per 90 minuti abbiamo lavorato su quattro pilastri fondamentali: ASCOLTO – di sé stessi, degli altri, del contesto. TEAM – perché nessuna impresa, piccola o grande, nasce da soli. OBIETTIVI – chiari, misurabili e allineati alla nostra identità. LEADERSHIP – intesa come responsabilità, visione e servizio. Ho condiviso strategie, processi e strumenti che utilizzo nei miei percorsi di coaching, nelle spedizioni sportive e nei progetti con i giovani, ma soprattutto, ho mostrato come ogni difficoltà, se letta nel modo giusto, può trasformarsi in una forza. Dopo lo speech, la serata è proseguita con un apericena e musica dal vivo. Per altre due ore ho avuto la possibilità di confrontarmi con i ragazzi e le ragazze presenti, rispondendo alle loro domande, entrando nei dettagli e aiutandoli a collegare ciò che avevano ascoltato alla loro realtà personale, professionale e scolastica. Questi momenti sono sempre i più preziosi: quando la teoria lascia spazio ai volti, alle storie, alle vulnerabilità e alle ambizioni di chi ho davanti. . Perché eventi come quello di ieri confermano una cosa: c’è una grande fame di formazione autentica, concreta, esperienziale. Le organizzazioni – aziende, gruppi giovani, associazioni, scuole – oggi cercano incontri che non siano “motivazionali” per mezz’ora, ma trasformativi nel tempo. Ed è esattamente ciò che porto nei miei interventi. Se vuoi organizzare nella tua realtà: uno speech potente e coinvolgente un percorso formativo per il tuo team un incontro per giovani o per professionisti un’esperienza che unisce sport, resilienza, leadership e mindset SCRIVIMI! Sarà un piacere costruire qualcosa su misura per la tua realtà.

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  • Andrea Devicenzi Connessione Spirituale

    Ci sono serate che restano impresse non per la quantità di applausi e del pubblico presente, ma per la profondità dei silenzi, degli sguardi e dei sorrisi. Quella di Monterotondo è stata propria una di queste. La prima vera concerto-conferenza dopo il viaggio da Modena a Roma dello scorso giugno, e forse proprio per questo, carica di emozione, autenticità e una nuova consapevolezza. Sul palco, io, Luca Frigeri ed il figlio Francesco, abbiamo intrecciato due linguaggi diversi ma complementari: la forza dello sport e la profondità della musica. Le sue canzoni e le mie parole hanno dialogato come due onde nel mare che si incontrano, creando un’energia nuova. Con “Amore per Te” abbiamo aperto il cuore alla gratitudine, ricordando che ogni traguardo nasce da una relazione profonda, con chi cammina al nostro fianco. “Sono un uomo” ha toccato il tema della fragilità e della rinascita, un messaggio che porto con me da quando, dopo l’incidente, ho imparato che i limiti possono diventare nuove opportunità. Con “Anche senza scarpe” abbiamo raccontato il valore del cammino autentico, quello che si fa con le proprie forze, anche quando la strada è imperfetta. “Coloriamo il mondo” ha acceso il tema della responsabilità: ognuno di noi può lasciare un segno di luce, un gesto, una presenza. Infine, con “Maria”, la serata si è trasformata in preghiera. Preghiera che ognuno di noi vive nella propria modalità. Il pubblico ci ha restituito un calore indescrivibile, e una donna, commossa, ci ha confidato che il giorno dopo avrebbe iniziato il suo primo cammino. Le ho augurato di “godersi la sua solitudine”, perché è lì che spesso si trovano le risposte più vere. Questa prima tappa ci ha confermato che la Connessione Spirituale non è solo un progetto: è una missione. E come ogni sogno autentico, non conosce confini. Se anche tu desideri portare Connessione Spirituale nella tua città, nella tua scuola, nella tua parrocchia o nel tuo territorio, contattami: insieme possiamo continuare a diffondere musica, testimonianza e speranza, trasformando ogni incontro in un’occasione di connessione autentica.

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  • Andrea Devicenzi FAI CISL

    Ieri, davanti a cento persone del FAI CISL, abbiamo lavorato sul nucleo che rende efficace la professione del sindacalista: la gestione delle emozioni e delle relazioni in contesti complessi. Le parole chiave emerse, PAURA, FATICA e CORAGGIO, vanno lette sempre in relazione all’ASPETTATIVA (personale e degli altri): è lì che si gioca gran parte del nostro ruolo quotidiano. La metodologia esperienziale usata (cammino silenzioso, riflessione a coppie, condivisione a gruppi) non è un gioco: è un laboratorio di competenze professionali. Camminare in silenzio insegna ascolto e consapevolezza; confrontarsi sui biglietti che riportano le parole chiave trasforma l’esperienza personale in risorsa collettiva; la scrittura a catena (cadavres) evidenzia come il pensiero individuale dialoga con quello del gruppo, svelando tensioni non espresse e nuove soluzioni. Per il sindacalista queste pratiche si traducono in capacità operative concrete: Gestire la paura: non annullarla, ma riconoscerla come segnale. La paura attiva processi di valutazione (rischio/beneficio). Come sindacalista, traduci la paura in domanda strategica: “Qual è il rischio concreto? Che risorse servono?”. Leggere la fatica: capire quando la FATICA è fisica e quando è cognitiva o morale. Intervenire con micro-pause, delega, pianificazione di obiettivi intermedi (i “piccoli record”) per mantenere la prestazione. Coltivare il coraggio: il coraggio si allena. Si costruisce con pratiche quotidiane di decisione scalare: obiettivo → pianificazione → azione. Il coraggio non è azzardo, è previsione e responsabilità. Gestire l’aspettativa: allineare aspettative proprie e altrui evita delusione e conflitto. Tecniche: esplicitare outcome possibili, usare “contratti di risultato” e ricalibrare timeline. Ascolto e consapevolezza: l’ascolto attivo è la prima arma del sindacalista. Domande aperte, parafrasi, pause: semplici strumenti che riducono escalation di conflitto e favoriscono coesione. Conflitto e prestazione: il conflitto non è sempre negativo: può essere fonte di innovazione se incanalato. Allenare il gruppo a trasformare il conflitto in confronto strutturato migliora la prestazione complessiva. Obiettivo, pianificazione, lavoro di squadra: ogni iniziativa efficace nasce da chiarezza di scopo, milestones condivise e responsabilità distribuite. Il team building sportivo insegna che il risultato si costruisce con micro-vittorie quotidiane. Esercizio pratico (da replicare in azienda o in sede sindacale): una camminata di 20–30 minuti in silenzio con la parola scelta (paura/fatica/aspettativa): al rientro raccolta anonima dei pensieri, condivisione a gruppi e creazione di 3 azioni concrete da mettere in pratica la settimana successiva. Per TE: Se vuoi trasformare queste pratiche in un percorso operativo per la tua struttura sindacale o aziendale (mezza giornata outdoor, workshop esperienziale o micro-moduli per formazione interna), contattami: posso progettare un intervento su misura che unisca allenamento mentale, team building e strumenti pratici per gestire PAURA, FATICA, CORAGGIO e ASPETTATIVA nel lavoro quotidiano. Scrivimi per definire insieme obiettivi, durata e calendario.

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  • Andrea Devicenzi Progetti del Cuore

    Ieri ho avuto il piacere di essere ospite a Reggio Emilia degli agenti di Progetti del Cuore, società che mi sostiene dal 2022 e con cui, negli anni, ho condiviso progetti importanti legati a sport, inclusione e crescita personale. Un appuntamento che si ripete ogni anno, diventato ormai una tradizione: un momento di condivisione dove tirare le somme dei successi raggiunti, ma anche di allenamento mentale per affrontare le sfide che ci attendono. Il mio ruolo come Speaker motivazionale e Performance Coach è stato quello di portare strumenti pratici, riflessioni e nuove strategie maturate nelle mie esperienze dell’ultimo anno – dallo sport di endurance fino ai progetti educativi nelle scuole – per offrire spunti concreti applicabili anche al mondo del lavoro. Ho aperto l’incontro ricordando l’incidente che a 17 anni mi ha cambiato per sempre la vita. Ho raccontato il percorso che mi ha portato a viaggiare in bici in solitaria in tutto il mondo, a realizzare avventure estreme fino alla preparazione e realizzazione dei 10 Record del Mondo sulle 24 ore in bici al velodromo di Palma de Maiorca. “Non importa da dove parti, ma cosa decidi di fare con ciò che hai.” Il primo tema che ho affrontato è stato il valore del fare. A Palma de Maiorca non c’è stato “solo” il traguardo finale dei 500 km, ma tanti “piccoli record” intermedi che hanno reso possibile l’impresa. Ho invitato i partecipanti a riflettere su quali possano essere i loro piccoli record personali; quei passi concreti che sommati assieme, permettono di raggiungere l’obiettivo finale. È la stessa logica che guida un percorso di crescita personale, sia nello sport che in azienda: fissare obiettivi intermedi e trasformarli in risultati concreti. Secondo tema, il lavoro di squadra. Dietro ogni mia avventura, ogni progetto di coaching sportivo o team building sportivo, c’è sempre un team che mi supporta. Ho raccontato l’episodio di Pietro, che ebbe l’idea di portare un bagno chimico al velodromo: un dettaglio apparentemente piccolo, ma che ha fatto la differenza nelle ore più difficili della prova, permettendomi così di superare la soglia dei 600 km. Un altro parallelismo potente sport/aziende, riguarda il tempo limitato. Proprio come nelle ultime ore di una sfida di endurance, quando il corpo chiede di fermarsi ma la mente deve continuare, anche in azienda spesso ci si trova davanti agli ultimi mesi decisivi per raggiungere un obiettivo. “Non si tratta solo di resistere, ma di crescere quando la fatica aumenta.” Ho chiuso il mio intervento con tre messaggi fondamentali: I piccoli record portano al grande risultato. Nessuno vince da solo: i dettagli del team fanno la differenza. Negli ultimi metri si decide tutto: è lì che si costruisce il valore. Questi concetti non riguardano solo lo sport, ma anche la vita e il lavoro quotidiano. Sono gli stessi che porto come Formatore esperienziale per aziende, nei progetti educativi per le scuole, e come Speaker per eventi motivazionali in tutta Italia. Il percorso che condivido ha sempre un filo rosso: resilienza, allenamento mentale, superare i limiti e trasformare le difficoltà in storie di successo. Perché in fondo, il mio lavoro, e la mia missione, è una sola: supportare le persone e organizzazioni a scoprire che oltre l’impossibile c’è sempre una nuova possibilità.

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  • Il 28 agosto 1990 è la data che ha segnato per sempre la mia vita. Un giorno che non posso dimenticare: l’incidente che mi portò via la gamba sinistra per sempre, assieme a tutti i sogni e le certezze di un ragazzo di soli 17 anni. Per molto tempo ho creduto che fosse la fine, che il mio futuro, cancellato in un solo istante, non fosse più stato degno di essere vissuto. Oggi, 35 anni dopo oggi, so che quella data non rappresenta la fine di un cammino, ma ne è stato l’inizio di uno completamente nuovo. Una strada fatta di fatica e cadute, di scelte e ripartenze, ma anche di grandi traguardi, di incontri preziosi e di esperienze che hanno trasformato una perdita in una opportunità. Una data che non festeggio con lo champagne, ma nemmeno nel viverla tra le lacrime. È un giorno che mi invita alla gratitudine, per la vita, per lo sport che mi ha salvato, per la muisca, per le persone che ho incontrato e per la capacità di sognare ancora. Per celebrare questo anniversario in questo 2025, ho scelto di salire in sella. Con me sette amici della Fondazione Dona di Slancio, con i quali ho intrapreso una pedalata da Parma fino a Ravenna. Non è stata una semplice uscita in bici: è stato un viaggio con un obiettivo preciso, sostenere un progetto che racchiude il vero senso della dignità e del valore umano. La nostra meta è stata la Spiaggia dei Valori, curata dall’associazione Insieme a Te. Un luogo unico in Italia, dove anche persone con disabilità gravi possono vivere la gioia di un bagno al mare, accompagnati dalle loro famiglie e supportati da oltre 2100 volontari. Tutto questo, in maniera completamente gratuita. C’è una frase che mi accompagna da tempo e scelta dal fratellone Paolo: “Afferra la stretta di qualcuno che ti aiuterà, e poi utilizzala per aiutare qualcun altro.” (Booker T. Washington) Queste parole rappresentano appieno ciò che in questi 35 anni ho fatto. In tutti questi anni ho ricevuto tanto: aiuto, incoraggiamento, amicizie sincere, opportunità. Oggi, nel giorno che segna i 35 anni da quel momento difficile, la mia scelta è trasformare quel ricordo doloroso in un gesto concreto per chi ne ha più bisogno. Come atleta paralimpico e come formatore aziendale, credo profondamente che lo sport sia una palestra di vita. La bici mi ha insegnato che con costanza, sacrificio e visione si possono superare ostacoli che sembravano insormontabili. Ogni chilometro pedalato verso Ravenna non è stato solo allenamento fisico, ma un messaggio simbolico: le difficoltà si affrontano insieme, passo dopo passo, e diventano più leggere quando si trasformano in un servizio per gli altri. Quella di ieri non è stata solo una giornata speciale per me, ma un’occasione per ricordare che ognuno di noi ha la possibilità di fare la differenza, di migliorare il mondo. Anche un piccolo gesto, una donazione, una parola di incoraggiamento può cambiare la vita di chi si trova in difficoltà. Per questo vi invito a sostenere la Spiaggia dei Valori e i progetti che, come questo, rendono il mondo più inclusivo. Perché solo insieme possiamo trasformare un limite in una nuova possibilità. Non si tratta di dimenticare il dolore, ma di trasformarlo. Non si tratta di cancellare le ferite, ma renderle un punto di partenza.

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  • Andrea Devicenzi Oltre l'Impossibile Istituto TOSI Busto Arsizio

    Giovedì sera, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio, si è tenuta una serata conviviale che ha unito oltre 100 persone nel nome della solidarietà, della formazione e della crescita personale. Un evento prezioso, organizzato in collaborazione con quattro sezioni del Rotary, una del Panathlon, una dell’Inner Wheel Club e una del Rotaract. A servire ai tavoli, con energia ed il sorriso, c’erano proprio loro: i dieci giovani che dal 12 al 24 luglio partiranno con me per la Cambogia nell’ambito del progetto Oltre l’Impossibile 2. Giovani che non solo hanno creduto fin da subito nel valore dell’iniziativa, ma che si stanno impegnando concretamente in ogni fase organizzativa, dimostrando cosa significa lavorare in squadra per un obiettivo comune. La serata, oltre ad aver raccolto fondi fondamentali per sostenere economicamente il viaggio formativo, è stata un’occasione per trasmettere valori, condividere visioni e, soprattutto, accendere ispirazione a tutti i presenti. Questo progetto, infatti, non vuole essere solo un’avventura per pochi, ma un modello replicabile per tanti altri istituti scolastici che credono nell’educazione esperienziale e nel valore della sfida e nello spirito di squadra come strumenti educativi. Ad aprire l’evento, la Presidente del Rotary Ticino, che ha accolto con calore tutti i presenti prima di passare la parola a Valeria, una delle figure chiave del progetto. Dopo un’elegante cena, curata nei minimi dettagli, è arrivato il momento del racconto. Con grande emozione, la Presidente ha letto una presentazione toccante che ha introdotto il mio intervento. Insieme a Valeria, ho ripercorso la nascita di “Oltre l’Impossibile”, partendo dall’esperienza dell’anno scorso in Islanda fino ai preparativi per la Cambogia. Il momento più intenso della serata è arrivato quando, uno ad una, i dieci giovani partecipanti sono saliti sul palco per condividere il proprio “Perché”. In quelle parole c’erano sogni, paure, desideri, voglia di crescere e la determinazione di chi ha scelto di mettersi in gioco davvero. Per tutti i presenti è stato un momento toccante e autentico. Abbiamo chiuso la serata con un caloroso “in bocca al lupo” e un arrivederci, lanciando l’invito alla prima proiezione del docufilm che verrà realizzato con le immagini raccolte durante questa prossima avventura in Cambogia. Se vuoi sostenere il progetto, puoi contribuire con una donazione: Intestazione conto: Comitato Genitori ITE E. Tosi IBAN: IT71D0348822800000000033799 Causale: Progetto Cambogia – Oltre l’Impossibile 2 Ogni contributo è un seme che aiuta a far fiorire nuove consapevolezze. Grazie a chi ci sostiene, crede in noi e cammina al nostro fianco.

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  • Andrea Devicenzi SportCenter Parma Allianz

    Questa mattina ho avuto il piacere e l’onore di essere ospite, in veste di formatore e testimonial, alla riunione del gruppo di Parma di Allianz Assicurazioni. Un incontro dal tono diretto e autentico, nel quale non mi è stato chiesto di raccontare la mia storia, ma di portare un contributo utile e pratico: come trovare ogni giorno nuovi stimoli per dare il massimo nel proprio lavoro, anche quando le energie calano, gli obiettivi sembrano lontani e le difficoltà si moltiplicano. Il punto di partenza: la mia storia Da atleta paralimpico, tutto parte da un evento che ha segnato la mia giovinezza: la perdita della gamba sinistra a 17 anni. Un momento che avrebbe potuto segnare uno stop, ma che è diventato l’inizio di una maratona fatta di resilienza, coraggio e determinazione. Negli anni ho scalato montagne, attraversato continenti, percorso migliaia di chilometri in bici o a piedi, fondato un progetto innovativo (#Katana) e affrontato sfide fisiche e mentali che mi hanno formato profondamente. Tre i momenti salienti dell’intero incontro: Dall’obiettivo alla sfida Nel mondo del lavoro, come nello sport di endurance, non basta stabilire un obiettivo: serve trasformarlo in una sfida personale, qualcosa che ti chiami davvero in causa. Quando lo fai, la motivazione cambia forma: non è più legata solo al risultato, ma alla strada che scegli di percorrere ogni giorno. È lì che nasce la voglia di migliorarsi, anche quando nessuno guarda. La mentalità di endurance Durante l’incontro, ho portato esempi concreti di come si costruisce una mentalità da endurance: la capacità di resistere, di adattarsi, di continuare a muoversi anche quando la fatica si fa sentire. È un approccio che non riguarda solo gli atleti, ma chiunque lavori in ambienti esigenti, competitivi, in costante cambiamento. Allenare questa mentalità significa sviluppare pazienza, lucidità, gestione dello stress, ma anche decisione e velocità nel reagire. Alzare l’asticella senza aspettare il bisogno Uno dei punti centrali su cui ho lavorato è questo: alzare l’asticella prima che diventi necessario. Non aspettare che la crisi arrivi per correre ai ripari, ma costruire oggi le competenze, la forza e l’equilibrio che serviranno domani. È così che si cresce davvero! È così che si vince dentro e fuori! Il lavoro di oggi è stato intenso e profondo, lasciandomi come spesso mi accade, qualcosa anche a livello personale. Quando si crea quello spazio dove esperienze reali incontrano professionisti motivati, si genera un’energia capace di lasciare il segno.

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  • Andrea Devicenzi Istituto Tosi Busto Arsizio

    Questa mattina ho avuto il piacere di essere ospite presso l’Istituto Tecnico Economico Enrico Tosi di Busto Arsizio, nell’ambito del progetto internazionale “Exchange Group Finland Italy – Sport & Inclusion”, che coinvolge studenti finlandesi e italiani in un’esperienza di scambio culturale, educativo e sportivo. Collaboro con l’Istituto Tosi dallo scorso anno, protagonisti di un percorso condiviso che ha già avuto un’importante tappa in Islanda con “Oltre l’Impossibile 1.0”, un progetto formativo e sportivo nato per stimolare nei ragazzi riflessioni profonde sul significato di sfida, resilienza, lavoro di squadra e visione del futuro. Un’esperienza straordinaria, documentata anche in questo trailer, che ha lasciato un segno forte nei ragazzi e negli adulti coinvolti. E ora ci prepariamo alla seconda edizione, che ci porterà quest’anno in Cambogia, in un contesto completamente diverso ma altrettanto ricco di significati. Il progetto “Exchange Group Finland Italy – Sport & Inclusion” si inserisce perfettamente in questo solco: l’inclusione attraverso lo sport, la crescita personale, il confronto tra culture e l’incontro tra storie di vita differenti. Durante l’incontro con questi giovani provenienti dalla Finlandia, ho condiviso la mia storia. Ho parlato della mia adolescenza e dell’incidente che mi ha cambiato la vita, facendomi perdere la gamba sinistra. Ma anche di tutti i passaggi, le scelte, le cadute e le ripartenze che mi hanno portato, oggi, a vivere una vita piena. Ho raccontato dei miei primi lavori, delle mie avventure sportive in tutto il mondo, del progetto imprenditoriale #Katana, nato per trasformare una stampella in uno strumento di libertà e bellezza, e dei nuovi obiettivi per cui sto lavorando: il record mondiale delle 24 ore indoor in bici, i cammini internazionali, e molto altro. Ne è nato un confronto bello, sincero, pieno di curiosità. Le domande dei ragazzi sono arrivate da ogni direzione: dallo sport alla motivazione, dall’inclusione alla fatica, fino al significato di affrontare e superare i propri limiti. Vedere lo stupore e l’interesse nei loro occhi è stato il segno più concreto che progetti come questi funzionano: aprono, uniscono, trasformano. Un grazie all’Istituto Tosi, al corpo docente e agli studenti italiani e finlandesi per questa nuova occasione di crescita reciproca. L’inclusione, il rispetto e lo sport sono linguaggi universali. E oggi ne abbiamo avuto un’ulteriore conferma.

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  • Arrivando alla nave di SOLFAR abbiamo portato a termine questa prima impresa in Islanda come progetto scolastico denominato Oltre l’impossibile. Arrivarci per la seconda volta in due anni ha significato per me moltissimo, dal punto di vista sportivo ma soprattutto del mio percorso di crescita. Accompagnare questi giovani per 500 chilometri in una terra complessa come l’Islanda è stato difficile quanto speciale. Un nuovo inizio legato a questi progetti da proporre nei prossimi anni alle scuole. Un’esperienza in cui sento di aver portato il mio essere, le mie esperienze passate e quella forza nel credere all’impossibile. Alcuni anni fa non avrei mai accettato una responsabilità simile, oggi SI. Questo dimostra che il cambiamento e/o miglioramento nostro, c’è, basta volerlo! RINGRAZIO tutte le persone che ne hanno permesso la realizzazione. RINGRAZIO questi dieci giovani che si sono fidati ed affidati alle mie scelte, anche in momenti difficili. CE L’ABBIAMO FATTA !!!! Un’avventura talmente tanto intensa, che già mi manca tutto.

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  • “Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le RADICI e le ALI”. A meno 1 dalla partenza per questa progetto “Oltre l’Impossibile”, presso l’Istituto TOSI di Busto Arsizio, si sono radunati i giovani con i propri genitori, per preparare tutto il materiale utile ad affrontare l’avventura che li attende in Islanda. Un momento magico come decritto da tutti/e loro e che dona un’ulteriore slancio a questa sfida. Domani ritrovo in aeroporto e partenza alle 22:40. Una sfida che inizierà da subito, appena atterrati, dove monteremo subito le bici, deciso per motivi logistici ed organizzativi. Termineremo tutte le procedure attorno alle 3/3:30 del mattino e ci riposeremo qualche ora in attesa del mattino per l’apertura dell’albergo che ci accoglierà per la prima giornata d’esperienza. Ho già vissuto quest’isola nel 2022 ma quest’anno sarà come “la prima volta”, sia come dinamiche che come mia personale volontà di accoglierla.

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