Come PERFORMANCE COACH lavoro con la persona in un percorso di crescita continua per migliorare le proprie performance e raggiungere così risultati desiderati.
Come FORMATORE, studio e realizzo con e per il cliente, incontri e corsi di formazione, accompagnando le persone al di fuori dell’ambiente lavorativo, immersi nella natura, boschi, laghi, montagne, ecc…
In questo modo ogni partecipante ha l'opportunità di toccare con mano il cambiamento, avvenuto anche in pochi giorni, da portare poi in ogni ambito della propria vita.
SCRIVIMI per il tuo percorso personalizzato: info@andreadevicenzi.it
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Ieri ho avuto il piacere di essere ospite a Reggio Emilia degli agenti di Progetti del Cuore, società che mi sostiene dal 2022 e con cui, negli anni, ho condiviso progetti importanti legati a sport, inclusione e crescita personale. Un appuntamento che si ripete ogni anno, diventato ormai una tradizione: un momento di condivisione dove tirare le somme dei successi raggiunti, ma anche di allenamento mentale per affrontare le sfide che ci attendono. Il mio ruolo come Speaker motivazionale e Performance Coach è stato quello di portare strumenti pratici, riflessioni e nuove strategie maturate nelle mie esperienze dell’ultimo anno – dallo sport di endurance fino ai progetti educativi nelle scuole – per offrire spunti concreti applicabili anche al mondo del lavoro. Ho aperto l’incontro ricordando l’incidente che a 17 anni mi ha cambiato per sempre la vita. Ho raccontato il percorso che mi ha portato a viaggiare in bici in solitaria in tutto il mondo, a realizzare avventure estreme fino alla preparazione e realizzazione dei 10 Record del Mondo sulle 24 ore in bici al velodromo di Palma de Maiorca. “Non importa da dove parti, ma cosa decidi di fare con ciò che hai.” Il primo tema che ho affrontato è stato il valore del fare. A Palma de Maiorca non c’è stato “solo” il traguardo finale dei 500 km, ma tanti “piccoli record” intermedi che hanno reso possibile l’impresa. Ho invitato i partecipanti a riflettere su quali possano essere i loro piccoli record personali; quei passi concreti che sommati assieme, permettono di raggiungere l’obiettivo finale. È la stessa logica che guida un percorso di crescita personale, sia nello sport che in azienda: fissare obiettivi intermedi e trasformarli in risultati concreti. Secondo tema, il lavoro di squadra. Dietro ogni mia avventura, ogni progetto di coaching sportivo o team building sportivo, c’è sempre un team che mi supporta. Ho raccontato l’episodio di Pietro, che ebbe l’idea di portare un bagno chimico al velodromo: un dettaglio apparentemente piccolo, ma che ha fatto la differenza nelle ore più difficili della prova, permettendomi così di superare la soglia dei 600 km. Un altro parallelismo potente sport/aziende, riguarda il tempo limitato. Proprio come nelle ultime ore di una sfida di endurance, quando il corpo chiede di fermarsi ma la mente deve continuare, anche in azienda spesso ci si trova davanti agli ultimi mesi decisivi per raggiungere un obiettivo. “Non si tratta solo di resistere, ma di crescere quando la fatica aumenta.” Ho chiuso il mio intervento con tre messaggi fondamentali: I piccoli record portano al grande risultato. Nessuno vince da solo: i dettagli del team fanno la differenza. Negli ultimi metri si decide tutto: è lì che si costruisce il valore. Questi concetti non riguardano solo lo sport, ma anche la vita e il lavoro quotidiano. Sono gli stessi che porto come Formatore esperienziale per aziende, nei progetti educativi per le scuole, e come Speaker per eventi motivazionali in tutta Italia. Il percorso che condivido ha sempre un filo rosso: resilienza, allenamento mentale, superare i limiti e trasformare le difficoltà in storie di successo. Perché in fondo, il mio lavoro, e la mia missione, è una sola: supportare le persone e organizzazioni a scoprire che oltre l’impossibile c’è sempre una nuova possibilità.
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Il 28 agosto 1990 è la data che ha segnato per sempre la mia vita. Un giorno che non posso dimenticare: l’incidente che mi portò via la gamba sinistra per sempre, assieme a tutti i sogni e le certezze di un ragazzo di soli 17 anni. Per molto tempo ho creduto che fosse la fine, che il mio futuro, cancellato in un solo istante, non fosse più stato degno di essere vissuto. Oggi, 35 anni dopo oggi, so che quella data non rappresenta la fine di un cammino, ma ne è stato l’inizio di uno completamente nuovo. Una strada fatta di fatica e cadute, di scelte e ripartenze, ma anche di grandi traguardi, di incontri preziosi e di esperienze che hanno trasformato una perdita in una opportunità. Una data che non festeggio con lo champagne, ma nemmeno nel viverla tra le lacrime. È un giorno che mi invita alla gratitudine, per la vita, per lo sport che mi ha salvato, per la muisca, per le persone che ho incontrato e per la capacità di sognare ancora. Per celebrare questo anniversario in questo 2025, ho scelto di salire in sella. Con me sette amici della Fondazione Dona di Slancio, con i quali ho intrapreso una pedalata da Parma fino a Ravenna. Non è stata una semplice uscita in bici: è stato un viaggio con un obiettivo preciso, sostenere un progetto che racchiude il vero senso della dignità e del valore umano. La nostra meta è stata la Spiaggia dei Valori, curata dall’associazione Insieme a Te. Un luogo unico in Italia, dove anche persone con disabilità gravi possono vivere la gioia di un bagno al mare, accompagnati dalle loro famiglie e supportati da oltre 2100 volontari. Tutto questo, in maniera completamente gratuita. C’è una frase che mi accompagna da tempo e scelta dal fratellone Paolo: “Afferra la stretta di qualcuno che ti aiuterà, e poi utilizzala per aiutare qualcun altro.” (Booker T. Washington) Queste parole rappresentano appieno ciò che in questi 35 anni ho fatto. In tutti questi anni ho ricevuto tanto: aiuto, incoraggiamento, amicizie sincere, opportunità. Oggi, nel giorno che segna i 35 anni da quel momento difficile, la mia scelta è trasformare quel ricordo doloroso in un gesto concreto per chi ne ha più bisogno. Come atleta paralimpico e come formatore aziendale, credo profondamente che lo sport sia una palestra di vita. La bici mi ha insegnato che con costanza, sacrificio e visione si possono superare ostacoli che sembravano insormontabili. Ogni chilometro pedalato verso Ravenna non è stato solo allenamento fisico, ma un messaggio simbolico: le difficoltà si affrontano insieme, passo dopo passo, e diventano più leggere quando si trasformano in un servizio per gli altri. Quella di ieri non è stata solo una giornata speciale per me, ma un’occasione per ricordare che ognuno di noi ha la possibilità di fare la differenza, di migliorare il mondo. Anche un piccolo gesto, una donazione, una parola di incoraggiamento può cambiare la vita di chi si trova in difficoltà. Per questo vi invito a sostenere la Spiaggia dei Valori e i progetti che, come questo, rendono il mondo più inclusivo. Perché solo insieme possiamo trasformare un limite in una nuova possibilità. Non si tratta di dimenticare il dolore, ma di trasformarlo. Non si tratta di cancellare le ferite, ma renderle un punto di partenza.
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Giovedì sera, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio, si è tenuta una serata conviviale che ha unito oltre 100 persone nel nome della solidarietà, della formazione e della crescita personale. Un evento prezioso, organizzato in collaborazione con quattro sezioni del Rotary, una del Panathlon, una dell’Inner Wheel Club e una del Rotaract. A servire ai tavoli, con energia ed il sorriso, c’erano proprio loro: i dieci giovani che dal 12 al 24 luglio partiranno con me per la Cambogia nell’ambito del progetto Oltre l’Impossibile 2. Giovani che non solo hanno creduto fin da subito nel valore dell’iniziativa, ma che si stanno impegnando concretamente in ogni fase organizzativa, dimostrando cosa significa lavorare in squadra per un obiettivo comune. La serata, oltre ad aver raccolto fondi fondamentali per sostenere economicamente il viaggio formativo, è stata un’occasione per trasmettere valori, condividere visioni e, soprattutto, accendere ispirazione a tutti i presenti. Questo progetto, infatti, non vuole essere solo un’avventura per pochi, ma un modello replicabile per tanti altri istituti scolastici che credono nell’educazione esperienziale e nel valore della sfida e nello spirito di squadra come strumenti educativi. Ad aprire l’evento, la Presidente del Rotary Ticino, che ha accolto con calore tutti i presenti prima di passare la parola a Valeria, una delle figure chiave del progetto. Dopo un’elegante cena, curata nei minimi dettagli, è arrivato il momento del racconto. Con grande emozione, la Presidente ha letto una presentazione toccante che ha introdotto il mio intervento. Insieme a Valeria, ho ripercorso la nascita di “Oltre l’Impossibile”, partendo dall’esperienza dell’anno scorso in Islanda fino ai preparativi per la Cambogia. Il momento più intenso della serata è arrivato quando, uno ad una, i dieci giovani partecipanti sono saliti sul palco per condividere il proprio “Perché”. In quelle parole c’erano sogni, paure, desideri, voglia di crescere e la determinazione di chi ha scelto di mettersi in gioco davvero. Per tutti i presenti è stato un momento toccante e autentico. Abbiamo chiuso la serata con un caloroso “in bocca al lupo” e un arrivederci, lanciando l’invito alla prima proiezione del docufilm che verrà realizzato con le immagini raccolte durante questa prossima avventura in Cambogia. Se vuoi sostenere il progetto, puoi contribuire con una donazione: Intestazione conto: Comitato Genitori ITE E. Tosi IBAN: IT71D0348822800000000033799 Causale: Progetto Cambogia – Oltre l’Impossibile 2 Ogni contributo è un seme che aiuta a far fiorire nuove consapevolezze. Grazie a chi ci sostiene, crede in noi e cammina al nostro fianco.
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Questa mattina ho avuto il piacere e l’onore di essere ospite, in veste di formatore e testimonial, alla riunione del gruppo di Parma di Allianz Assicurazioni. Un incontro dal tono diretto e autentico, nel quale non mi è stato chiesto di raccontare la mia storia, ma di portare un contributo utile e pratico: come trovare ogni giorno nuovi stimoli per dare il massimo nel proprio lavoro, anche quando le energie calano, gli obiettivi sembrano lontani e le difficoltà si moltiplicano. Il punto di partenza: la mia storia Da atleta paralimpico, tutto parte da un evento che ha segnato la mia giovinezza: la perdita della gamba sinistra a 17 anni. Un momento che avrebbe potuto segnare uno stop, ma che è diventato l’inizio di una maratona fatta di resilienza, coraggio e determinazione. Negli anni ho scalato montagne, attraversato continenti, percorso migliaia di chilometri in bici o a piedi, fondato un progetto innovativo (#Katana) e affrontato sfide fisiche e mentali che mi hanno formato profondamente. Tre i momenti salienti dell’intero incontro: Dall’obiettivo alla sfida Nel mondo del lavoro, come nello sport di endurance, non basta stabilire un obiettivo: serve trasformarlo in una sfida personale, qualcosa che ti chiami davvero in causa. Quando lo fai, la motivazione cambia forma: non è più legata solo al risultato, ma alla strada che scegli di percorrere ogni giorno. È lì che nasce la voglia di migliorarsi, anche quando nessuno guarda. La mentalità di endurance Durante l’incontro, ho portato esempi concreti di come si costruisce una mentalità da endurance: la capacità di resistere, di adattarsi, di continuare a muoversi anche quando la fatica si fa sentire. È un approccio che non riguarda solo gli atleti, ma chiunque lavori in ambienti esigenti, competitivi, in costante cambiamento. Allenare questa mentalità significa sviluppare pazienza, lucidità, gestione dello stress, ma anche decisione e velocità nel reagire. Alzare l’asticella senza aspettare il bisogno Uno dei punti centrali su cui ho lavorato è questo: alzare l’asticella prima che diventi necessario. Non aspettare che la crisi arrivi per correre ai ripari, ma costruire oggi le competenze, la forza e l’equilibrio che serviranno domani. È così che si cresce davvero! È così che si vince dentro e fuori! Il lavoro di oggi è stato intenso e profondo, lasciandomi come spesso mi accade, qualcosa anche a livello personale. Quando si crea quello spazio dove esperienze reali incontrano professionisti motivati, si genera un’energia capace di lasciare il segno.
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Questa mattina ho avuto il piacere di essere ospite presso l’Istituto Tecnico Economico Enrico Tosi di Busto Arsizio, nell’ambito del progetto internazionale “Exchange Group Finland Italy – Sport & Inclusion”, che coinvolge studenti finlandesi e italiani in un’esperienza di scambio culturale, educativo e sportivo. Collaboro con l’Istituto Tosi dallo scorso anno, protagonisti di un percorso condiviso che ha già avuto un’importante tappa in Islanda con “Oltre l’Impossibile 1.0”, un progetto formativo e sportivo nato per stimolare nei ragazzi riflessioni profonde sul significato di sfida, resilienza, lavoro di squadra e visione del futuro. Un’esperienza straordinaria, documentata anche in questo trailer, che ha lasciato un segno forte nei ragazzi e negli adulti coinvolti. E ora ci prepariamo alla seconda edizione, che ci porterà quest’anno in Cambogia, in un contesto completamente diverso ma altrettanto ricco di significati. Il progetto “Exchange Group Finland Italy – Sport & Inclusion” si inserisce perfettamente in questo solco: l’inclusione attraverso lo sport, la crescita personale, il confronto tra culture e l’incontro tra storie di vita differenti. Durante l’incontro con questi giovani provenienti dalla Finlandia, ho condiviso la mia storia. Ho parlato della mia adolescenza e dell’incidente che mi ha cambiato la vita, facendomi perdere la gamba sinistra. Ma anche di tutti i passaggi, le scelte, le cadute e le ripartenze che mi hanno portato, oggi, a vivere una vita piena. Ho raccontato dei miei primi lavori, delle mie avventure sportive in tutto il mondo, del progetto imprenditoriale #Katana, nato per trasformare una stampella in uno strumento di libertà e bellezza, e dei nuovi obiettivi per cui sto lavorando: il record mondiale delle 24 ore indoor in bici, i cammini internazionali, e molto altro. Ne è nato un confronto bello, sincero, pieno di curiosità. Le domande dei ragazzi sono arrivate da ogni direzione: dallo sport alla motivazione, dall’inclusione alla fatica, fino al significato di affrontare e superare i propri limiti. Vedere lo stupore e l’interesse nei loro occhi è stato il segno più concreto che progetti come questi funzionano: aprono, uniscono, trasformano. Un grazie all’Istituto Tosi, al corpo docente e agli studenti italiani e finlandesi per questa nuova occasione di crescita reciproca. L’inclusione, il rispetto e lo sport sono linguaggi universali. E oggi ne abbiamo avuto un’ulteriore conferma.
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Arrivando alla nave di SOLFAR abbiamo portato a termine questa prima impresa in Islanda come progetto scolastico denominato Oltre l’impossibile. Arrivarci per la seconda volta in due anni ha significato per me moltissimo, dal punto di vista sportivo ma soprattutto del mio percorso di crescita. Accompagnare questi giovani per 500 chilometri in una terra complessa come l’Islanda è stato difficile quanto speciale. Un nuovo inizio legato a questi progetti da proporre nei prossimi anni alle scuole. Un’esperienza in cui sento di aver portato il mio essere, le mie esperienze passate e quella forza nel credere all’impossibile. Alcuni anni fa non avrei mai accettato una responsabilità simile, oggi SI. Questo dimostra che il cambiamento e/o miglioramento nostro, c’è, basta volerlo! RINGRAZIO tutte le persone che ne hanno permesso la realizzazione. RINGRAZIO questi dieci giovani che si sono fidati ed affidati alle mie scelte, anche in momenti difficili. CE L’ABBIAMO FATTA !!!! Un’avventura talmente tanto intensa, che già mi manca tutto.
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“Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le RADICI e le ALI”. A meno 1 dalla partenza per questa progetto “Oltre l’Impossibile”, presso l’Istituto TOSI di Busto Arsizio, si sono radunati i giovani con i propri genitori, per preparare tutto il materiale utile ad affrontare l’avventura che li attende in Islanda. Un momento magico come decritto da tutti/e loro e che dona un’ulteriore slancio a questa sfida. Domani ritrovo in aeroporto e partenza alle 22:40. Una sfida che inizierà da subito, appena atterrati, dove monteremo subito le bici, deciso per motivi logistici ed organizzativi. Termineremo tutte le procedure attorno alle 3/3:30 del mattino e ci riposeremo qualche ora in attesa del mattino per l’apertura dell’albergo che ci accoglierà per la prima giornata d’esperienza. Ho già vissuto quest’isola nel 2022 ma quest’anno sarà come “la prima volta”, sia come dinamiche che come mia personale volontà di accoglierla.
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Oltre all’America, con il progetto “On the Road …sulle tracce dei Miti” che a giugno mi porterà a pedalare da Chicago a New Orleans, c’è un’altra importante iniziativa a cui sto lavorando e che a luglio mi permetterà di tornare in Islanda; terra magica che ho scoperto con l’impresa del 2022, quando ho completato il perimetro dell’isola, partendo da Reykjavík. Questa volta però i protagonisti saranno dieci ragazzi del ITE E. Tosi Busto Arsizio, che accompagnerò in bici lungo un percorso di 500 km dalla Diamond Beach a Reykjavík. In queste settimane sta proseguendo la preparazione di questa nuova impresa e devo dire che, giorno dopo giorno sono sempre più affascinato dall’entusiasmo dei ragazzi, dei loro insegnanti e dei loro genitori, che si stanno impegnando e in tutti i modi per fare in modo che quello che all’inizio pareva solo essere un sogno oggi abbia delle fondamenta più che concrete. Tante realtà si sono avvicinate a questo progetto e hanno deciso di sostenerlo. A loro va il mio più grande GRAZIE. La serata di presentazione organizzata per martedì 26 marzo mi ha trasmesso una carica di energia positiva enorme. E’ stato bellissimo ascoltare le emozioni dei ragazzi che si stanno preparando a questa avventura, raccontando che cos’è per loro “Oltre l’impossibile”. Sono passati ormai due anni dalla ma impresa in Islanda ma questa terra continua a darmi sensazioni magiche. Ho riguardato per la centesima volta il docu-film ed ho rivissuto ancora una volta il viaggio con le stesse emozioni. Sono felice, davvero felice perché questi progetti mi stanno permettendo di conoscere persone fantastiche, giovani fantastici. Se guardo al futuro, puntando su di loro, posso dire che siamo davvero in buone mani. . #oltrelimpossibile #IteTosi
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“Ehi Andrea, noi ci siamo e non vediamo l’ora di vivere questa grande avventura assieme a te”. E’ il messaggio che mi trasmette questa foto, scattata ieri pomeriggio al termine dell’allenamento con i 10 ragazzi/e dell’istituto Tecnico Tosi di Busto Arsizio che nel mese di luglio vivranno con me un’esperienza in Islanda in bicicletta. Un progetto nato grazie alla volontà della dirigenza scolastica e degli insegnanti, che ha preso forma poco per volta e che, in questa fase, mira a rafforzare lo spirito di gruppo tra i ragazzi prima della partenza. Il morale e’ altissimo, non spaventa la fatica. In queste settimane sto imparando a conoscerli, uno per uno. Colgo in ognuno di loro una grande partecipazione, non solo legata all’impegno fisico che dovranno compiere, ma anche alle tante emozioni che vivranno durante questa avventura in Islanda. Parlando con loro sono stato attirato dallo sguardo di tutti. I loro occhi trasmettono gioia, felicità, energia positiva. Questo e’ davvero bello. Colgo l’occasione per invitarvi ancora una volta a sostenerci in questa “prima”, difficilmente era stato affrontato tanto in precedenza. SOSTENETECIIIIIII !!!!!! Dona con un bonifico utilizzando le seguenti coordinate: INTESTAZIONE DEL CONTO: COMITATO GENITORI ITE E.TOSI IBAN: IT71D0348822800000000033799 CAUSALE: PROGETTO ISLANDA
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Le cose belle trasmettono energia, quell’energia positiva che ti permette di pianificare nuove esperienze, che possono rappresentare punti di riferimento importanti nella crescita personale di ognuno di noi. L’avventura in Islanda del 2022, letta da questa prospettiva, mi ha dato tanto, mi ha insegnato tanto. Un viaggio in sella alla mia bici di 2200 chilometri, dove l’imprevisto, ogni giorno, era dietro l’angolo, in cui la capacità di “riprogrammare”, rispetto a quanto pianificato preparando l’esperienza, si è dimostrata una abilità/competenza fondamentale. Con “La mia Islanda su un pedale”, grazie al libro ed al docufilm che è stato realizzato, ho girato l’Italia, incontrato tantissime persone ed “assorbito” ancor più energia positiva, che mi ha permesso di trasmettere al meglio il fascino di avventure come queste. Messaggio che è stato particolermente accolto dai giovani, dando così vita a “Oltre l’Impossibile”. Progetto che durante la prossima estate mi permetterà di tornare in Islanda, assieme a 10 ragazzi dell’Istituto Tecnico E. Tosi di Busto Arsizio, per percorrere con loro circa 500 km in bicicletta. Un progetto che passo dopo passo sta crescendo e che a sei mesi dalla partenza, programmata per il 21 luglio 2024, assieme ai docenti della scuola ed ai ragazzi selezionati, stiamo cercando di perfezionare. Giovedì 18 gennaio presso l’Istituto Tosi si è svolto il primo incontro di programmazione con i ragazzi ed i loro genitori. Facilmente palpabile l’entusiasmo presente nell’aula magna dove si sono svolte el due ore. E’ stato così presentato il progetto, a cui ha fatto seguito il racconto della mia esperienza nel 2022 e la proiezione del Docu-film, al termine del quale ho chiesto ai ragazzi cosa stessero pensando, per percepire le loro reazioni a seguito della visione delle immagini. A seguire ho illustrato il percorso, presentato le giornate ed i chilometri da percorrere. I giovani saranno divisi in tre Team. Il primo si occuperà della partenza e del percorso, il secondo della descrizione dei luoghi, il terzo della gestione del campo base, della cena e della colazione. I tre gruppi si alterneranno durante l’avventura, svolgendo ciascuno per due volte ogni mansione. Continueremo ad incontrarci fino alle soglie della partenza, per continuare a preparare al meglio questa grande avventura. Un’avventura che non sarà solo in terra Islandese in sella alle nostre bici, ma un vero e proprio percorso formativo, prima, durante e dopo. Non mancano i “compiti a casa” e per il prossimo incontro ho chiesto loro di presentare un luogo d’interesse che incontreremo durante il viaggio e quali sono le prerogative che intendono raggiungere. Sarà un’esperienza fantastica, ne sono certo e da questa, come tutte le cose belle, ne nasceranno tante altre. Continuate a seguirci e aiutateci a sostenere questa grande esperienza.
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“Risultati inaspettati che emergono quando si lavora costantemente verso gli obiettivi “ben formulati” 800 giovani, riuniti in due incontri presso l’Istituto “Enrico Tosi” di Busto Arsizio. Una mattina speciale e con un sorpresa per i 2.200 giovani dell’Istituto, che mai avrei pensato fosse possibile proporre in una scuola. Nel corso degli incontri ho raccontato loro del coraggio e determinazione, messe in campo nel momento dell’incidente in moto all’età di 17 anni fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’impresa in Islanda, completando in 19 giorni il periplo dell’isola. Si è parlato di scuola così come aspetti su cui lavorare fin da ora per prepararsi nel miglior modo possibile al mondo del lavoro. La comunicazione utile per un colloquio di lavoro efficace, riconoscere i propri talenti, così come le strategie nel riconoscere e lavorare sulle varie tipologie di intelligenza che ci rendono unici. Relativa all’avventura in Islanda, eccoci poi arrivare alla speciale sorpresa. Un sogno poter pedalare con la mia due ruote su quell’isola, un duplice sogno poterci andare con dei giovani come mentore o guida. Nel luglio del prossimo anno, rivivrò in 10 giorni, con 10 studenti e due professori, l’emozione di pedalare in questa meravigliosa terra. Una “sfida” lanciata a metà del mio intervento, immediatamente accolta da tantissimi dei presenti, perchè, come il titolo della conferenza annuncia, “credono all’Impossibile”. Vivremo un’esperienza pazzesca, formativa sotto molti punti di vista per tutti/e e che potrà diventare “modello” per tante altre realtà, che siano scolastiche o aziendali. Ci prepararemo dal punto di vista fisico e mentale, ma sarà altrettanto importante l’aspetto del team, la condivisione, il supporto reciproco, la programmazione e pianificazione. Ecco perchè “Cos’Altro”, aspetto dei nostri traguardi di cui solo recentemente ne sono venuto a conoscenza, me ne sono innamorato e porto in scuole ed aziende. “Risultati inaspettati che emergono quando si lavoro costantemente verso gli obiettivi “ben formulati”.
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