“ Lo Sport come metafora di Vita “
Pratico Sport dall’età di 5 anni e da sempre ne colgo il fascino e la continua esperienza di vita e crescita che dona ogni volta.
Judo, Calcio, Atletica, Ciclismo, Triathlon ed oggi i Cammini sono i principali sport che ho praticato nei miei primi 42 anni di attività.
Imprese sportive e/o allenamenti che mi hanno plasmato in tutti questi anni, mi hanno permesso di superare la mia disabilità, permettendomi di poter condividere con migliaia di persone meravigliose esperienze.
Ogni chilometro percorso in sella alla mia bici ed ogni passo fatto durante i Cammini, lo vivo per DIVERTIRMI e coltivare la mia SALUTE.
Sono passato da avventure estreme come nel 2010 in India sulla strada carrozzabile più alta del mondo a 5.602 metri fino ad oggi a camminare con la mia unica gamba e le mie due inseparabili stampelle cammini di oltre 1.000 chilometri.
SCRIVIMI per il tuo percorso personalizzato: info@andreadevicenzi.it
La seconda giornata di questo straordinario “Connessione Spirituale TOUR 2025” si è conclusa con l’arrivo in un luogo per me davvero speciale: il Santuario de La Verna. Un luogo che porto nel cuore, perché proprio da qui, nel 2018, partii per la mia prima tappa a piedi verso Assisi e poi Roma sulla “Via di Francesco”. Tornarci in sella, in un cammino così simbolico, ha reso tutto ancora più emozionante. È stata e sarà, senza dubbio, la tappa più dura del tour. Una vera prova di resistenza fisica e mentale: 131 chilometri, 3.000 metri di dislivello e temperature che hanno toccato più volte i 40 gradi. Sono partito da Dovadola puntuale alle 8 del mattino, con buone sensazioni che, nonostante la fatica crescente, mi hanno accompagnato fino all’arrivo. Ma la stanchezza, oggi, si è fatta sentire in modo importante. La prima grande sfida è stata la salita al Passo del Muraglione, che con i suoi 1.000 metri di altitudine ha richiesto impegno ma mi ha regalato anche un tratto relativamente “fresco”, grazie all’orario favorevole. Scattata la foto di rito ed una abbondate idratazione, discesa veloce fino ai 200 metri di altitudine, e poi via con la seconda salita impegnativa della giornata, verso il Valico Croce ai Mori. Qui ho iniziato a sentire le prime vere difficoltà, anche a causa del caldo e, forse, di un piccolo errore nella gestione dell’alimentazione. Una nuova discesa mi ha riportato intorno ai 250 metri, giusto il tempo di prepararmi alla terza e ultima grande ascesa della giornata: quella che porta a Chiusi della Verna, e poi al Santuario. Un finale duro, reso ancora più complesso da una lieve disidratazione e qualche scottatura, ma che ho completato con tanta fatica e determinazione. Al mio fianco, il gruppo si sta rivelando affiatato e motivato, anche se stiamo ancora trovando il giusto equilibrio tra le tante dinamiche organizzative. Oggi, pedalando, ho pensato spesso alla squadra che in questi anni si è formata intorno a me per i miei viaggi. Persone di grande valore e competenti, che hanno reso possibili viaggi incredibili e imprese come il Record delle 24 ore su pista. Un pensiero dunque a loro, che hanno fin qui condiviso sogni, sacrifici e successi. Domani ci aspetta un’altra tappa entusiasmante, verso una città che è un gioiello: Gubbio. Un altro passo avanti, in questo cammino che unisce spiritualità, fatica e bellezza.
Leggi tuttoIl 23 giugno ha preso il via da Modena un cammino speciale, fatto di ciclismo, musica, incontri e profonda spiritualità. È ufficialmente cominciato il “Connessione Spirituale TOUR 2025”, un pellegrinaggio in bicicletta verso Roma, ideato e vissuto da me e Luca Frigeri, diversi ma uniti dalla stessa missione di divulgazione di messaggi positivi e ispirazionali. Un progetto nato con il cuore, pensato per portare luce e ispirazione nel tempo del Giubileo 2025, e che percorre l’Italia da nord a sud attraversando l’Appennino e seguendo poi il tracciato della Via di Francesco, tra luoghi di culto, borghi intrisi di bellezza e paesaggi che invitano alla riflessione e al silenzio. La partenza ufficiale è avvenuta questa mattina presso il Santuario della Beata Vergine della Salute di Puianello, dove abbiamo vissuto un momento toccante: la narrazione della storia del santuario, carica di devozione popolare, e la benedizione prima di iniziare il viaggio. Una partenza avvolta in un’atmosfera raccolta, intima, che ha dato il tono a tutto il progetto: non una semplice avventura sportiva, ma un cammino spirituale condiviso, destinato a lasciare un segno e di far parlare di sé. La giornata è proseguita con una sosta significativa al Santuario di San Geminiano, patrono della città di Modena, e poi alla Cattedrale cittadina, simboli potenti di fede e storia che hanno accompagnato le prime pedalate del tour. Nel tardo pomeriggio, la prima tappa si è conclusa a Monte San Paolo Dovadola, davanti all’Eremo-Santuario di Sant’Antonio, custode silenzioso delle Clarisse. L’accoglienza è stata emozionante: le suore ci hanno accolto con calore e semplicità, offrendo un luogo dove spiritualità e bellezza naturale si fondono in maniera profonda. Luca poi ha tenuto un concerto dedicato proprio alle Clarisse, suonando brani che parlano di speranza, fede, cambiamento, tratte appunto dal suo ultimo albume “Connessione Spirituale”. Insieme poi, abbiamo raccontato i valori che animano questo viaggio: la voglia di testimoniare, di portare parole e gesti che parlino al cuore, di seminare un nuovo modo di credere e vivere. Un momento speciale, fatto di suoni, emozioni e verità, in cui musica e parole si sono fuse in un unico messaggio: tutto è possibile quando si cammina con fede, umiltà e amore. La serata si è poi conclusa con una cena semplice ma straordinariamente significativa, offerta dalle Clarisse: un gesto d’amore che ha confermato come le relazioni vere nascano sempre nella condivisione sincera. Mi piace pensare che in un’epoca segnata dalla solitudine e dallo smarrimento, con fede nel cuore e verità nel vivere, nessun sogno è impossibile.”
Leggi tuttoSono stato ospite dell’azienda Vittoria per partecipare a un incontro davvero speciale, organizzato con grande passione dall’amico Fausto Pella. Un momento intenso, ricco di contenuti e di persone straordinarie, tenuto in una location unica: il Vittoria Park, cuore pulsante di passione, innovazione e visione. Insieme a me, una super campionessa, Vittoria Bussi, primatista mondiale del Record dell’Ora e dell’inseguimento, Stijn Vriends, CEO di Vittoria, Antonio Colombo di Columbus, l’ingegnere Romolo Stanco, e molti altri protagonisti del mondo dello sport e della performance. Guidati da Fausto, abbiamo parlato di sfide, di limiti da superare, e di quel pizzico di follia necessaria per trasformare un sogno in realtà. Nel mio intervento ho raccontato il percorso che, passo dopo passo, mi ha portato al recente record del mondo sulle 24 ore, con 602,990 km percorsi con una gamba sola, e agli altri 9 record mondiali collezionati durante quella sfida partita alle ore 12 di sabato 7 giugno. Un’impresa che ancora oggi fatico a descrivere, figlia di ogni viaggio, allenamento, sacrificio e scelta fatta nel tempo. A rendere tutto ancora più speciale, è stata la visita finale al Vittoria Labs, dove prende forma la tecnologia d’avanguardia che permette a tanti atleti di osare sempre di più. Un luogo straordinario, che custodisce competenza, visione e strumenti in grado di disegnare il futuro del ciclismo. Grazie di cuore a Fausto per l’invito e a Stijn Vriends per la calorosa accoglienza. Perché ascoltare campioni, innovatori e persone che ogni giorno sfidano l’impossibile, è fonte di ispirazione reciproca e di nuovi, potenti stimoli. Le imprese non si fanno da soli. Si costruiscono insieme.
Leggi tuttoLunedì 26 maggio ho avuto l’onore di essere ospite delle sezioni AVIS di Sala Baganza e Felino, in provincia di Parma, per una serata intensa e carica di emozioni. Un’occasione speciale che ha intrecciato sport, avventura e l’importanza della donazione del sangue, valori che porto nel cuore da oltre trent’anni. Ad accogliermi, un ricco apericena con salumi tipici di altissima qualità: un benvenuto che racconta tutto l’orgoglio e l’identità di questo territorio, e che ha creato l’atmosfera perfetta per il mio intervento. Il pubblico – numeroso e partecipe – ha seguito con grande interesse ogni fase del racconto: dagli inizi della mia storia sportiva, passando per l’incidente che a 17 anni ha cambiato la mia vita, fino ai traguardi raggiunti e agli obiettivi che mi attendono, come il record mondiale sulle 24 ore in pista. Raccontare quell’incidente non è mai semplice, ma è fondamentale. Non per soffermarsi sul dolore, bensì per dare valore a ciò che è nato dopo: lo studio, il lavoro, la canoa, la bici, le imprese sportive in tutto il mondo, le sfide vinte e – soprattutto – l’amore per la vita. Tra le curiosità del pubblico, grande interesse ha suscitato la bici da record esposta in sala. Una bici speciale, perché racchiude sogni, sacrifici, chilometri e tanta passione. Un simbolo che ha emozionato molti, soprattutto i più appassionati di ciclismo. Essere nuovamente ospite di una sezione AVIS è stato un privilegio. Ringrazio di cuore Marina e Gino per l’invito e per aver voluto condividere con me e con il pubblico questo momento così autentico. Non dimenticherò mai che, nell’agosto del 1990, poche ore dopo l’incidente, furono necessarie ben 19 sacche di sangue in meno di tre ore. Dire che “devo la vita all’AVIS” è, per me, una verità assoluta. Ecco perché continuo, con entusiasmo e gratitudine, a diffondere il messaggio della donazione, cercando di unire il racconto della mia storia a quello di un impegno più grande: quello verso la comunità. Se anche tu, come AVIS di Sala Baganza e Felino, credi nel potere delle storie vere per ispirare, motivare e diffondere valori, scrivimi: sarò felice di raggiungere il tuo territorio per un incontro, una serata, un momento di condivisione. Perché il cambiamento nasce sempre da un gesto. Anche piccolo. Ma fatto col cuore.
Leggi tuttoSabato 24 maggio è stato un giorno speciale. Dopo 14 anni, sono tornato a indossare un numero, a mettermi in griglia, a sentire il conto alla rovescia in mezzo a quel silenzio che solo una cronometro sa regalare. È stato il giorno del mio ritorno alle competizioni ufficiali: Campionati Italiani a cronometro su strada. Un ritorno che fino a otto giorni fa non era minimamente nei miei programmi.Poi, una telefonata con l’amico Fausto Pella ha cambiato tutto.Durante un incontro casuale con Romolo, storico volto della T.Red, Fausto – venuto a sapere del mio desiderio di partecipare ai Campionati Italiani a cronometro – non ha esitato a chiedergli la disponibilità di una bici da crono.Romolo, con grande generosità, ha risposto subito con un sì, prestandomi la bici che ha reso possibile la mia partecipazione alla gara.Un gesto semplice, ma straordinario. Di quelli che trasformano un’idea estemporanea in un’opportunità concreta per mettermi alla prova. Ancora una volta. Al massimo. La mia preparazione in questi mesi è tutta orientata verso qualcosa di completamente diverso: il record del mondo sulle 24 ore, che proverò a stabilire tra due settimane al velodromo di Palma de Maiorca. Lì conteranno la costanza, la testa, la capacità di resistere a lungo. Qui, nella cronometro, serviva l’opposto: 16 chilometri tutti d’un fiato, con il cuore in gola, i muscoli che urlano, la concentrazione che non può calare neanche per un secondo, la gestione delle proprie forze, tante all’inizio, pochissime nel finale. Ma proprio per questo ho scelto di esserci. Per dare un’ultima “sgasata”, come la chiamo io. Per testare testa, corpo e cuore in un contesto ad altissima intensità. Per ricordarmi chi sono, cosa ho dentro, e quanto ancora posso tirare fuori!!! Al termine della cena, una volta rientrato in stanza, ho sentito quel filo sottile di tensione che il misurarsi con gli altri inevitabilmente porta con sé. Ma senza farmi travolgere, senza modificare le mie abitudini. Ho fatto quello che faccio sempre: alle 22 ero già a letto, mezz’ora su YouTube a guardare qualche documentario – come sempre, di vario genere – e poi il buio. Riposo. La gara, il giorno dopo, è andata come doveva andare. Un quinto posto, senza una preparazione specifica per questa specialità, che per me ha il sapore della vittoria. Perché la vera vittoria, in questo caso, è stata scegliere di esserci. Sono stati 26 minuti a tutta, che mi hanno restituito segnali incoraggianti in vista del record, e uno stato fisico e mentale che reputo perfetto. Tutto questo non ha fatto che confermare una cosa: sono pronto. Ancora più motivato. Ancora più consapevole di ciò che mi attende tra 13 giorni. Dubito di rientrare ancora in questo tipo di competizioni. Non perché manchi il rispetto o l’interesse, ma perché non mi emozionano quanto l’endurance. Amo restare in sella ore e ore, attraversare territori, perdermi nello sguardo e nell’anima dei luoghi che vivo. Quella lentezza potente che solo l’endurance sa regalare. Un ringraziamento di cuore al Team Leonessa, che mi ha accolto con semplicità e stima. E a tutte le persone che hanno condiviso emozioni e sorrisi in quel di Donoratico. È stato un rientro intenso, veloce, vero. Una parentesi che mi ha fatto bene. Ora, si torna al mio mondo: l’endurance, il sogno, il record. Ci vediamo tra pochi giorni. Al centro della pista. Dove tutto conta. E tutto può accadere.
Leggi tuttoIl 22 maggio 2025 ho avuto l’onore di partecipare, per il terzo anno consecutivo, a una delle tappe del Giro-E, l’evento parallelo al Giro d’Italia dedicato alle bici da corsa a pedalata assistita. Questa volta, la tappa ha avuto un significato particolare: l’arrivo a Viadana, nel cuore del territorio Oglio Po, che ho l’orgoglio di rappresentare. La giornata è iniziata a Reggio Emilia, dove il villaggio di partenza in Piazza della Vittoria era animato da un’atmosfera festosa. L’area hospitality, la presentazione delle squadre sul palco e gli spazi dedicati ai più piccoli hanno reso l’evento accessibile e coinvolgente per tutti. Alle 12:30, siamo partiti per un percorso di circa 60 chilometri, chiuso al traffico, che ci ha portato attraverso le strade della Pianura Padana fino a Viadana. Il meteo è stato clemente per gran parte del tragitto, con temperature ideali per pedalare. Tuttavia, a circa 5 chilometri dall’arrivo, una pioggia improvvisa ci ha colti di sorpresa, aggiungendo un ulteriore elemento di sfida all’esperienza. Dopo esserci cambiati, abbiamo potuto godere dell’area hospitality, dove, mentre pranzavamo, abbiamo seguito la diretta televisiva. La nostra postazione, a soli 50 metri dall’arrivo, ci ha permesso di assistere sia al primo passaggio che al finale della tappa dei professionisti. Il Giro-E 2025, giunto alla sua settima edizione, si compone di 18 tappe, per un totale di 1.098 chilometri e quasi 20.000 metri di dislivello. È un evento che unisce innovazione, sostenibilità e passione per il ciclismo, offrendo a un pubblico sempre più ampio l’opportunità di vivere l’emozione della Corsa Rosa. Partecipare a questa manifestazione è sempre un’emozione unica. La possibilità di pedalare su strade chiuse al traffico, precedendo di poche ore i professionisti, e di condividere l’esperienza con altri appassionati, rende il Giro-E un evento imperdibile per chi ama il ciclismo. Inoltre, l’arrivo a Viadana ha rappresentato un momento di grande orgoglio per il nostro territorio Oglio-Po, che ha potuto mostrare al mondo le sue bellezze e la sua accoglienza. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata: gli organizzatori, i volontari e i compagni di viaggio. Il ciclismo è uno sport che insegna il valore della fatica, della determinazione e della condivisione, e il Giro-E ne è una testimonianza concreta. Non vedo l’ora di affrontare nuove sfide e di continuare a rappresentare con orgoglio il territorio Oglio Po nelle prossime edizioni del Giro-E.
Leggi tuttoProprio oggi è arrivata una di quelle notizie che, in silenzio, scuotono tutto. Una notizia importante non solo per la gratificazione in sè, ma per l’energia profonda e autentica che riaccende. Abbiamo vinto l’Hollywood Access Film Festival con il trailer di “On the Road”, il viaggio dello scorso anno da Chicago a New Orleans, in bici, tra sogni, chilometri e incontri, vissuto in prima linea con il videomaker Nicholas Babusci ed il fotografo Federico Manfredi. Un festival internazionale, una vetrina globale. E tra tante storie, la nostra. In quei minuti di video non c’è solo uno che pedala: ci siamo tutti! Ci sono i sogni che si trasformano chilometro dopo chilometro lunghe le strade, la gamba che spinge ma anche le mani che aiutano, le parole scambiate lungo il percorso, i sorrisi e le sciocchezze di due giovani che mi accompagnavano,le albe e le difficoltà, il vento contrario, il caldo torrido e la musica che abbiamo portato con noi. Ma soprattutto c’è un messaggio che va oltre la bici, lo sport, le imprese: la possibilità reale, concreta, di ispirare le persone. Di accendere qualcosa in chi guarda. E quando questo qualcosa accade a migliaia di chilometri da te, capisci che la tua voce è arrivata lontano. Questo premio non è solo un riconoscimento. È un carburante emotivo per me e per tutte le persone che fanno parte di questo progetto. È un messaggio potente che ci invita a fare ancora meglio: ognuno nel proprio ruolo, nella propria passione, nella propria missione. Grazie di cuore a tutti coloro che mi sono accanto ogni giorno, in silenzio o facendo il tifo. Parlano di noi!!!! Ci vedono nel mondo!!!! E noi… continueremo a farci sentire.
Leggi tuttoIeri sera, a San Matteo delle Chiaviche, abbiamo vissuto una serata davvero speciale, in occasione della presentazione della 12ª tappa del Giro d’Italia, che il prossimo 22 maggio porterà i corridori da Modena a Viadana. Una cornice suggestiva, illuminata di rosa e resa ancora più unica dai giganteschi motori a scoppi: un’atmosfera “fuori dagli schemi”, capace di sorprendere e affascinare ogni presente. Sul palco si sono alternati grandi nomi del ciclismo, leggende che hanno scritto pagine indimenticabili di questo sport:Francesco Moser, Alessandro Ballan, Marco Villa (attuale CT della Nazionale), Bruno Reverberi e Roberto Visentin. Dopo i saluti istituzionali, Alfonso Bonin ha raccontato con passione e precisione i dettagli della tappa nel cuore di Viadana. Poi, l’intervista curata da Luca Gregorio (volto noto di Eurosport) ai cinque campioni ha regalato aneddoti, risate e applausi, in un’atmosfera familiare e autentica. A seguire, le luci si sono abbassate e sul maxischermo è stato proiettato un collage di quattro minuti di immagini tratte dalle mie avventure, seguito da una mia intervista sul palco, ancora con Luca Gregorio, per raccontare lo spirito che accompagna ogni mia sfida. Al mio fianco, come sempre, la bici del Record del Mondo, simbolo di determinazione e resilienza, insieme agli amici Aimone e Denise di AVR Rodigo, compagni preziosi in tante tappe del mio cammino. Una serata di emozioni, incontri e nuove connessioni.Ora non resta che attendere il 22 maggio, per vivere fino in fondo questa tappa del Giro e accoglierla dal vivo a Viadana (MN). Ci vediamo lì, pronti a pedalare con il cuore. Photo Credit: Ilenia Luzzara
Leggi tuttoApro gli occhi alle 7:00, in netto anticipo sulla sveglia programmata per le 8:00.Da subito sento la mente invasa dai pensieri. Positivi, certo, ma tanti. Troppi per restare a letto! Mi alzo, inizio a preparare la valigia e a mettere in ordine la stanza. Alle 8:15 scendo per la colazione, spinto dalla fame e dalla voglia di uscire dallo spazio ristretto della camera. Ho appuntamento con Romy, uno dei fotografi della mostra, indonesiano e ciclista. Nei giorni scorsi abbiamo parlato spesso, e vederlo emozionarsi mentre gli raccontavo le mie avventure è stato speciale. L’idea di collaborare con lui mi entusiasma parecchio. Ordino la colazione e, mentre gusto la mia omelette, Romy arriva. In pochi minuti gettiamo le basi per una collaborazione che promette di essere molto interessante.Ci salutiamo: lui resterà un giorno in più, io invece salgo in camera a finire i preparativi. Prima di uscire dalla sala colazioni, saluto le tante persone con cui, in questi giorni, ho avuto modo di parlare e confrontarmi. Sorrido mentre mi allontano, consapevole che in cinque minuti ho stretto la mano ai fotografi più famosi al mondo, provenienti da ogni angolo del pianeta. Rientrato in camera, creo l’atmosfera perfetta per quei momenti che richiedono ispirazione e concentrazione.Apro le tende per far entrare la luce, imposto il condizionatore a 24 gradi, accendo il PC e metto una musica che mi carica. Poi inizio a smontare la bici. È diventata quasi una routine: ormai l’ho fatto così tante volte che in poco tempo riesco a chiudere sia la custodia della bici che la valigia. L’organizzazione impeccabile del festival si conferma tale fino alla fine.Scendo per il check-out e il van è già lì, pronto ad aspettarmi fuori dall’hotel. Mi godo la città in questi ultimi venti minuti di trasferimento, molto, molto soddisfatto di tutto ciò che ho vissuto.Non rimpiango nulla. Ho imparato a godermi l’attimo e qui, di attimi da vivere, ce ne sono stati davvero tanti. Ora sono in volo, a 11.000 metri di quota, con oltre 500 persone.Il bisbiglio dei passeggeri e le voci dei bambini mi fanno compagnia.Scrivo, ascolto musica, programmo alcuni dettagli del mio prossimo Record a Palma, rispondo alle mail che invierò una volta connesso. Il confronto continuo, diretto e indiretto, con questi grandi artisti mi ha fatto maturare ancora di più.Non so se spingerò ulteriormente sull’acceleratore. Sono soddisfatto di tutto ciò che sta accadendo, ma nelle prossime settimane prenderò decisioni importanti. E lo farò nel miglior modo possibile, da solo e con il mio team. Ad attendermi in aeroporto, come sempre, gli amici dell”AVR di Rodigo, sempre presenti, che da Malpensa mi accompagnano a casa. Grazie per aver letto l’articolo.Se ti va, scrivimi un commento e lascia un like: per me è davvero importante. Good luck!
Leggi tuttoLa sveglia del penultimo giorno porta con sé una cascata di pensieri. È l’ultima giornata piena da vivere, e dopo giorni così intensi e memorabili, la consapevolezza che tutto stia per concludersi si fa sentire. Ma non c’è tempo per indugiare: scendo per colazione. E non è una colazione qualunque! Ormai ho capito che qui le persone che incontri spaziano dal famoso al famosissimo, e anche questa mattina la regola si conferma. Accanto a me c’è Don McCullin, leggendario fotografo internazionale, colui che immortalò, tra le altre cose, la Guerra in Vietnam del 1969 con alcuni degli scatti più iconici della storia. Mi trattengo dal disturbarlo, ma averlo accanto è già un momento che vale il viaggio. Scatto una foto discreta mentre si rilassa dopo la colazione, un ricordo prezioso di questo incontro straordinario. Rientro in camera per prepararmi all’ultimo allenamento della trasferta negli Emirati. Ma quando esco, mi accoglie un vento fortissimo e una leggera pioggia. Non le condizioni ideali per pedalare, e infatti rinuncio. Salgo di nuovo in stanza, ma dopo pochi minuti il richiamo della strada è troppo forte: esco comunque con la bici. Ogni pedalata qui è un’emozione, ma oggi ha un sapore diverso. È l’ultima! Mi guardo intorno con occhi ancora più attenti, imprimendo ogni dettaglio nella memoria. Scelgo un nuovo percorso verso nord e mantengo un buon ritmo fino a quando, dopo oltre un’ora, decido di tornare indietro. Facile a dirsi, meno a farsi. Sharjah è una città pensata per le auto più che per le biciclette. Giro e rigiro, ma non trovo la strada giusta. Mi fermo su un marciapiede per consultare il Garmin. Sono all’ombra di un palazzo, il sole è tornato a splendere, e proprio in quel momento si ferma uno scuolabus. Scendono quattro bambini. Mi vedono e si illuminano. Forse è la bici, forse è la gamba, forse il casco e la divisa, ma si avvicinano e iniziano a parlarmi in arabo, una raffica interminabile di parole. Rispondo in italiano, con altrettante parole incomprensibili per loro. Nessuno capisce nulla, ma ci divertiamo. Propongo un selfie e lo scatto è perfetto: cinque volti sorridenti, un momento di pura connessione al di là delle parole. Riparto ancora più felice verso l’hotel, con il vento laterale che mi spinge verso il centro della strada. Quando arrivo, mi concedo qualche istante per osservare la città un’ultima volta dalla mia bici. Ringrazio, dentro di me, per questa opportunità arrivata appena tre settimane fa. L’ultima visita al festival nel pomeriggio è l’occasione perfetta per fermarmi agli stand che non avevo ancora visto. Rivedo anche quelli che ho già visitato tre o quattro volte, perché ogni scatto racconta qualcosa di nuovo. Tra un incontro e l’altro, saluto Dileep, straordinario fotografo, e gli chiedo il permesso di usare una sua foto per un progetto che ho in mente legato al legno. Non solo accetta, ma mi ringrazia e mi promette di inviarmi l’originale dello scatto. Un altro momento di pura condivisione e rispetto reciproco. Mi fermo a riflettere davanti a una fotografia di un leone. Rinnovo il mio amore per i felini, pensando che ogni volta che accarezzo i miei gatti, è come se accarezzassi un leone o una tigre. Ancora non è accaduto, ma so che succederà! È solo questione di tempo! Chiusura perfetta: Dubai by night La giornata si conclude a Dubai, in un locale spettacolare con una vista mozzafiato sul Burj Khalifa e la città illuminata a giorno. Mi concedo l’unica pausa alcolica del viaggio: una birra, brindando all’esperienza vissuta. Sono con Alessandra, Romina e Andrea, e la serata è fatta di racconti, scambi di idee e confronto. Ascolto con particolare attenzione Andrea, che condivide la sua storia e la sua esperienza. Le sue parole mi ricordano quanto sia importante ascoltare le proprie sensazioni, seguire la passione con costanza e rimanere sempre un po’ bambini, lavorando tanto ma senza mai perdere il divertimento. Rientriamo oltre la mezzanotte. Per la prima volta in questo viaggio, non ho le forze per scrivere subito il mio resoconto della giornata. Spengo la luce e nel buio mi lascio andare ai pensieri. Non avrò tempo di visitare il centro di Dubai, ma non lo vivo come una mancanza. Anzi, è un segnale di ritorno. GRAZIE di aver letto l’articolo. Se ti è piaciuto, scrivimi un commento e lascia un LIKE, è davvero importante per me. Good Luck!
Leggi tuttoRaccontare questa giornata, ma soprattutto decidere da dove partire, è davvero difficile. Perché? Perché in dodici ore di Festival, dalle 10 del mattino fino alle 22, ho vissuto incontri importanti, emozionanti, arricchenti. Ho parlato con persone straordinarie, tra le migliori al mondo nel loro campo. Allora, come due giorni fa, parto dalla fine. A metà pomeriggio ho assistito alla conferenza di Jaime Rojo, fotografo spagnolo vincitore del World Press Photo, il premio più prestigioso a livello fotografico. Una storia di resilienza, passione e tenacia, che racconta molto del suo successo. Poi, come per magia, mi ritrovo con lui a cena, seduti vicini. Quindici minuti di chiacchierata, tra il mio scarso inglese e il suo italiano, ma con un’intesa perfetta. E non è finita qui. Tre fotografi mi hanno invitato nei loro stand per raccontarmi i loro progetti e scattare qualche foto insieme. Mentre alle 11:38, ho avuto l’onore di veder proiettato il mio docufilm nella sala CINEMA del festival. A pranzo, altri tre fotografi – dal Perù e dall’Indonesia – con cui sono nate sinergie che, ne sono certo, porteranno a qualcosa di speciale. Mentre nel primo pomeriggio, appena rientrato al Festival, mi son seduto nello stand del fotografo Carlo Borlenghi, a chiacchierare (in italiano) con sua moglie. Per oggi mi fermo qui. Stanco, più di quando mi alleno, ma felice. Felice delle magie che sono accadute. Torno a casa arricchito e con una certezza: imparare l’inglese.
Leggi tuttoQuesta mattina, mentre facevo colazione, ho sbirciato l’app del Festival e un titolo ha catturato la mia attenzione: Between 2 Oscars. L’ho subito segnato in calendario e, alle 17 in punto, ero seduto in sala, consapevole che avrei capito ben poco, visto che era tutto in inglese, ma poco mi importava. Digito i nomi dei relatori sul telefono e scopro che davanti a me ci sono due premi Oscar: uno per il miglior cortometraggio, l’altro Brent Homman, per Frozen. Animazione che mi ha sempre divertito moltissimo. Effetto strano avere davanti a pochi metri l’ideatore di un film che ha fatto il giro del mondo. A fine conferenza chiedo un selfie a entrambi e scrivo alla famiglia: 2 Oscar e un pirla. Perché diciamocelo: a 51 anni, chiedere un selfie all’ideatore di Frozen un po’ pirla lo sei. La giornata era iniziata con il consueto allenamento in bici, su un itinerario completamente diverso dai giorni scorsi, alla scoperta di nuovi angoli della città. C’è chi mi suona per salutarmi e chi, come questi due ragazzi, mi ferma per chiedermi il nome e taggarmi in un video girato mentre mi seguivano in macchina. È stato un bel momento, ho percepito una bella energia. Ripartito, dopo pochi metri mi ritrovo in un lungo rettilineo e, all’improvviso, dagli Emirati mi sembra di essere stato catapultato in un misto tra India e Perù. Strade dissestate, officine ai lati, gente ovunque in entrambi i sensi di marcia, il profumo delle spezie nell’aria. Mi sono goduto l’esperienza mentre pedalavo, e ancora di più quando mi sono fermato in quel caos – per loro perfettamente organizzato – a prendere da bere, visto che poco prima avevo scoperto di aver perso la borraccia. Nel pomeriggio, un’altra visita alla mostra fotografica del “Festival Xposure”, esplorando padiglioni che ancora non avevo visto. Alcuni fotografi mi hanno accolto come un amico, raccontandomi le storie dietro i loro scatti e scattando foto insieme a me. Mi faceva sorridere il fatto che, nel momento dello scatto, cercassero di rendere anche un semplice selfie tecnicamente perfetto. RIFLESSIONE: Siamo a metà della trasferta. L’ho vissuta nel miglior modo possibile fino a questo momento, ma nei prossimi tre giorni accentuerò ancora di più questa capacità.
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