“ Lo Sport come metafora di Vita “
Pratico Sport dall’età di 5 anni e da sempre ne colgo il fascino e la continua esperienza di vita e crescita che dona ogni volta.
Judo, Calcio, Atletica, Ciclismo, Triathlon ed oggi i Cammini sono i principali sport che ho praticato nei miei primi 42 anni di attività.
Imprese sportive e/o allenamenti che mi hanno plasmato in tutti questi anni, mi hanno permesso di superare la mia disabilità, permettendomi di poter condividere con migliaia di persone meravigliose esperienze.
Ogni chilometro percorso in sella alla mia bici ed ogni passo fatto durante i Cammini, lo vivo per DIVERTIRMI e coltivare la mia SALUTE.
Sono passato da avventure estreme come nel 2010 in India sulla strada carrozzabile più alta del mondo a 5.602 metri fino ad oggi a camminare con la mia unica gamba e le mie due inseparabili stampelle cammini di oltre 1.000 chilometri.
SCRIVIMI per il tuo percorso personalizzato: info@andreadevicenzi.it

  • Mancano solamente 5 giorni alla partenza da Verona per l’Islanda, per il Progetto “Oltre l’Impossibile”. 10 giovani che si sfideranno e divertiranno in sella alle proprie bici partendo dalla Diamond Beach per oltre 500 chilometri. Oggi, ultima uscita in allenamento con la gravel della Lombardo Bikes che utilizzerò in Islanda. Tra le tante bellezze nell’allenarsi nel mio territorio, c’è la straordinaria possibilità ogni tanto di incontrare un nostro Super Campione Nazionale, Fausto Desalu, neo promosso alle prossime Olimpiadi a Parigi e Medaglia d’Oro a Tokyo nella staffetta 4×100 (mi auguro vi ricordi qualcosa quella performance!!!). Bello ed emozionante sentire a caldo le sensazione della qualificazione ma soprattutto di cosa avverrà da oggi fino al fatidico momento. Non posso rivelarvi nulla di ciò che mi ha confidato ma tifiamo per lui e che tutto vada nel migliore dei modi. Domani pomeriggio, imballo la bici per il trasporto aereo, e per i prossimi giorni fino a domenica, per mantenere lo stato di forma, utilizzerò prevalentemente la mountain bike, divertendomi nel bosco, tra natura, pensieri ed idee che sicuramente arriveranno.

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  • Bourbon Street, qui a New Orleans, incorona questa mia impresa “On the Road” 2024. Sono state 19 tappe differenti una dall’altra, in cui gli stati d’animo sono stati molteplici e cambiavano in pochi metri. Pedalare per quasi 100 chilometri sull’argine con il Mississippi alla mia destra per tutto il tempo è stato un regalo dal cielo che mai mi sarei aspettato. Pedalare per New Orleans, rispettando il tempo che meritava la città e ciò che mi circondava, è stato indescrivibile. Pedalare in questa via, con musica da ogni dove che usciva da strumenti, macchine, casse acustiche, appartamenti, impagabile. Un’aria di festa generale sui volti di tutti/e. GRAZIE a tutte/i di avermi sostenuto in questa difficilissima impresa. GRAZIE a Nicholas e Federico, al mio fianco, SEMPRE, pronti, preparati e disponibili. GRAZIE a tutta la squadra che mi ha seguito da casa. GRAZIE alla mia famiglia che supporta e sopporta queste mie “dipendenti” imprese. . Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Dopo alcuni giorni, in cui a causa delle difficoltà legate al caldo torrido ed al chilometraggio delle tappe, ho dovuto rinunciare ad alcuni appuntamenti programmati, è stato bello ricominciare la giornata con una diretta. Nell’occasione ho avuto il piacere di avere come ospiti gli amici della Lombardo Bike, che hanno realizzato la bici che ho a disposizione in questa impresa. Una bici fantastica, pensata e creata da Lombardo, esclusivamente per questa impresa con determinate caratteristiche adatte a me ed al viaggio. In queste settimane ho voluto più volte sottolineare l’importanza degli sponsor in ciò che faccio. Un carico di responsabilità nei loro confronti che porto con piacere. Ebbene sì, siamo a -1 da New Orleans. Domani arriverò a tagliare il traguardo di questa terza impresa che con la squadra abbiamo programmato nell’ambito del “progetto 22-26”. Mancano dunque poche ore, ma non voglio ancora fare bilanci, reduce da tante esperienze passate, in cui ho imparato che queste avventure continuano a dare soddisfazioni anche fino all’ultimo istante. La nostra ultima ‘tappa temporanea’ oggi è stata Plaquemine, in Louisiana, un comune di circa 7mila abitanti. L’emozione, domattina, continuerà a crescere sempre di più con il passare delle ore e l’avvicinarsi a New Orleans, dove potremo toccare effettivamente lo spirito del blues. Questa sera cena a Baton Rouge e poi scatti al Mississippi River .. Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Riprese e Regia: Nicholas Babusci Direttore della Fotografia: Federico Manfredi

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  • Terminata la tappa ed arrivati a Natchez, nel Mississippi. Se guardo al calendario di questa grandissima avventura, all’arrivo a New Orleans mancano poco meno di 400 chilometri. Tre tappe alla conclusione, ma voglio pensare giorno per giorno, perché le ultime giornate mi hanno già riservato abbastanza sorprese. C’è ancora da raccogliere moltissimo, emozioni, difficoltà, luoghi, persone, musica. Dopo la difficile giornata di ieri, che mi ha messo seriamente alla prova per il caldo, a tratti davvero al limite della sopportabilità, oggi è andata leggermente meglio. Come ieri, ultime due ore sotto una pioggia torrenziale. Chi mi conosce lo sa, non mi spaventa l’acqua. L’ho colta come refrigerio, un aiuto dal cielo, quasi come una ‘ricompensa’ per il caldo folle delle ultime tappe. Ho rifiutato anche il k-way, ho voluto sentire sulla pelle ogni singola goccia. Restiamo nel Mississippi, ci troviamo in quella che è riconosciuta come la più antica città di questo stato. Più piccola rispetto a quelle che ci hanno ospitato nei giorni scorsi ma davvero molto bella ed accogliente. Conta poco più di 13mila abitanti. È conosciuta per le sue dimore storiche, che risultano essere precedenti al periodo della Guerra di Secessione. Abbiamo già di fronte la Louisiana, lo stato in cui si trova New Orleans. Tre ore di macchina circa per raggiungerla, ma noi ci arriveremo giovedì 20. Prima, passaggio a Saint Francisville e poi a Plaquemine. . Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Questa mattina sono partito preoccupato. La notte non mi ha permesso di recuperare le forze dalla giornata di ieri. Gli oltre 40 gradi di media con cui ho dovuto fare i conti hanno rappresentato un’enorme difficoltà. Felice di esserci riuscito a raggiungere la meta ma il fisico ne ha risentito. Ho riflettuto tanto in queste ore perché davanti a me ci sono altre tappe impegnative per il chilometraggio e che il gran caldo potrebbe rendere ancora più dure. Oggi, altra prova difficilissima. Una delle due più difficile di sempre. 168 km (la seconda lunghezza in assoluto di questo viaggio). Sono partito con l’idea di fare una sosta ogni 30 minuti per bere e continuare ad idratare il corpo. Dissetarsi può sembrare un atto semplice, ma per chi è impegnato come me in un’impresa sportiva, diventa fondamentale. Mi è stato utile per non focalizzare l’attenzione sul totale dei chilometri che avevo davanti, ma solo sulle soste intermedie programmate. Ogni 30’ rappresentava un piccolo ed importante obiettivo centrato. 5’ minuti in cui mi idratavo, facevo un microsonno di 1’ e poi via. Al chilometro 130 ho visto il cielo che pian piano si riempiva di nuvole fino a -20, quando il sole non c’era più e la poggia mi ha accompagnato fino al Best Western di Vicksburg. All’arrivo ci sono arrivato grazie alla mia determinazione, alla mia famiglia ed a Nicholas e Federico, fondamentali. Domani raggiungeremo Natchez, la più antica città sorta sulle rive del Mississippi. Un aspetto sempre più bello di questa avventura è quello di poter unire allo Sport e alla musica anche la storia. Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Con la tappa di oggi, siamo entrati nel cuore della Blues Highway. Tappa 14 che ci ha portato a Greenville, circa 140 i chilometri percorsi sotto un gran caldo, con la temperatura che a tratti ha superato i 42 gradi. Ammetto di aver fatto molto fatica e di aver toccato il limite. Molta difficoltà a rimanere nella posizione corretta in sella e grande dolore ai palmi delle mani. Continuavo a cambiare posizione sul manubrio e questo gesto fatto troppo ripetutamente, mi toglieva sicurezza alla guida della bici. Ho già affrontato temperature simile ma sono preoccupato per le tre tappe che mi aspettano, un po’ per il chilometraggio, ma soprattutto per la temperatura. Faccio particolare attenzione ai segnali del mio corpo, e cerco di idratarmi il più possibile. Ho fatto parecchie soste, tutte necessarie per far godere al fisico in qualche modo una sensazione di fresco. Il Mississippi mi ha accompagnato lungo il percorso, resta un riferimento per me e mi fa sentire quasi a casa, ricordando il mio tanto amato Po con i suoi campi. Il panorama che mi circonda, e’ caratterizzato soprattutto da lunghi rettilinei e da grandi distese di campi di cotone. E’ un’America totalmente diversa rispetto a quella che abbiamo attraversato nella prima parte di questo viaggio. Già già ieri a Clarksdale si e’ toccato con mano lo stretto rapporto di questo territorio con la musica blues, che e’ parte essenziale della storia locale. Greenville, la nostra meta di giornata, e’ una città di circa 28mila abitanti, capoluogo della contea di Washington, nel Mississippi, nota per i suoi musicisti blues ed i terreni fertili. Ora riposo il più possibile per rimettermi in bici domani. 170 i chilometri da percorrere.

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  • 13° tappa e solo 6 al termine di questa meravigliosa impresa. Uno degli aspetti a mio avviso più importanti, quando si affrontano avventure come quella che sto vivendo con la mia squadra qui in America, ritengo sia strettamente legato all’empatia che si instaura tra i membri del gruppo che lavora con me. La capacità cioè di sapersi anche mettere ‘nei panni’ delle persone con cui si collabora, riuscire a cogliere al meglio le sensazioni e le emozioni e così trasmetterle a chi ti segue. Il merito di come questa impresa sta “funzionando”, è senz’altro anche merito di Nicholas e Federico, impegnati qui sul campo assieme a me, e di tutti gli altri della squadra, che mi supportano dall’Italia, con cui c’è massima unità di intenti. Sappiamo dove vogliamo arrivare, cosa vogliamo comunicare e come vogliamo comunicarlo. Una grande fortuna per me avere al mio fianco persone che ognuna nel proprio ambito, è dotata di grande professionalità e passione per il progetto. Questa mattina abbiamo lasciato alle nostre spalle la città di Memphis e raggiunto a tardo pomeriggio la cittadina di Clarksdale, città dove nacque il blues. I chilometri sono stati circa 140, 10 in meno del previsto, perché a causa di una strada chiusa per lavori, sono stato costretto ad abbandonare la “old 61” per percorrere la “state 61”. Ci stiamo avvicinando sempre di più al traguardo di New Orleans. Ma con Nicholas e Federico non vogliamo soffermarci sulla conclusione del viaggio, ma vogliamo invece vivere giornata dopo giornata appieno, senza pensare a cosa sarà ed accadrà il giorno successivo. La tappa numero 14 ci porterà domani a Greenville, con 138 chilometri da percorrere in una terra per noi tutta da scoprire, con estrema e profonda, curiosità. . Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Dopo 12 tappe e più di 1600 chilometri percorsi, la giornata di sosta qui a Memphis mi ha permesso di recuperare appieno le forze e di riassettare tutto il materiale per le ultime sette tappe, in direzione New Orleans. Ore a disposizione come o opportunità di scoprire una città mitica, arrivare a Graceland, casa di Elvis Presley, ma anche per staccare rispetto a quella che è stata la routine delle ultime due settimane. Mattinata dunque dedicata ad Elvis, alla sua storia e ad ammirare cosa nella sua carriera sia riuscito a fare. La visita nella sua dimora, ma soprattutto i suoi dischi d’oro, le auto, la palestra, i cimeli di ogni tipo ed i tributi che i più grandi musicisti al mondo gli hanno dedicato, come amicizia e come ispirazione per la loro musica. Domani si risale in sella e comincia finalmente la vera Blues Highway e l’emozione di poter pedalare in sella alla mia bici in luoghi che hanno segnato parte della storia della musica blues. Davanti a me ancora poco più di mille chilometri. Le giornate lasciate alle spalle sembrano essere volate ma hanno lasciato nella mia mente ricordi ed esperienze indelebili che riuscirò a rivivere con le foto, i video ed il libro che andrò a scrivere nei prossimi tre mesi. Il prossimo traguardo sarà percorrere i 150 chilometri previsti della tappa per raggiungere Clarksdale, conosciuta per essere la città dove nacque il blues, con distese interminabili di piante di cotone. Così ho letto in questi mesi preparando questa avventura. Incontreremo un’America diversa rispetto a quella vissuta fino ad ora, più provinciale. Segni che già qui a Memphis si percepiscono molto bene. La curiosità è tanta. Il nostro obiettivo per I prossimi giorni? Assorbire appieno l’energia che questi luoghi ci trasmetteranno, convinti che saranno diversi da ciò incontrato fino ad ora. Noi continueremo a documentare come meglio possiamo, per trasferire poi a tutti voi così come la stiamo vivendo, attraverso le foto, testi e video. Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • L’avventura “On the Road” che sto vivendo qui in America, è per me una metafora di vita. Ogni giorno mi permette di imparare qualcosa, aspetto fondamentale che mi permette di migliorare. L’esperienza maturata nelle imprese precedenti è stata utile per affrontare certe situazioni di difficoltà che anche qui negli Stati Uniti si sono presentate. Ma riflettendo anche rispetto a quello che è accaduto ieri, prima dell’arrivo a Jackson, quando è scoppiato il copertoncino della bici, non permettendomi di concludere la tappa sulla mia due ruote, mi guida a capire dell’importanza di non dare mai nulla per scontato. È stato un insegnamento importante, uno di quelli da ‘immagazzinare’ nella memoria in vista delle prossime imprese. Mi piace l’idea di avere un po’ tutto sotto controllo, in cui la pianificazione è importante, ma bisogna sempre fare i conti con la strada. Abbiamo raggiunto Memphis, un’altra città mitica per la musica, legata soprattutto al nome di Elvis e che attendevo da mesi di vedere con i miei occhi. Al primo approccio con il Mississippi, non lo nego, non è mancata un po’ di emozione. Da qui parte la vera e propria Blues Highway, che percorreremo fino a New Orleans costeggiando sempre il Mississippi stesso. Sono curioso, siamo curiosi di scoprire con Federico e Nicholas l’America che ci troveremo davanti. Intanto nella consueta diretta mattutina fatta da Jackson è stato bello parlare con l’amico trombonista e storico della musica Enrico Allavena. Domani giornata di scarico, documentando la città, in attesa delle ultime 7 tappe. Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Ci siamo, in un modo inaspettato, abbiamo raggiunto la cittadina di Jackson, a solo una tappa da Memphis. Oggi i chilometri percorsi sono stati circa 100, mentre domani arriveremo a toccare, invece quota 170. Come le precedenti tre tappe, si è ripetuto lo stesso panorama che mi ha portato a macinare chilometri, ma stando molto attento alla superficie stradale, perché piena di ghiaia, con il problema di forare per l’ennesima volta. Assieme a Federico e Nicholas stiamo vivendo un’America fantastica, ricca di fascino, con tanti momenti che mi porterò e porteremo nella memoria. Con i ragazzi si è creata una bella empatia. Lavoriamo assieme molto bene, il confronto è totale, stiamo producendo del materiale video e fotografico che ci permetterà di documentare al meglio questa meravigliosa avventura, attraverso il libro, il trailer e il docufilm. Dodicesima tappa dunque, abituati oramai a quella che è diventata routine giornaliera; diretta mattutina, la partenza, la conclusione della nostra prova e l’arrivo al Best Western che ci ospita. La gamba gira benissimo ed oggi ho tenuto un ritmo bello alto pur godendomi ciò che avevo attorno e stando attento alla strada. Ahimè a -20 chilometri, in cui la mente già viaggiava di soddisfazione dell’ottima giornata, la camera d’aria ed il copertoncino, sono letteralmente esplosi. Son riuscito a tenere la bici ma una volta fermatomi ho capito subito che non potevo ripartire. Amareggiato, ho chiesto aiuto ad un passante che prontamente mi ha supportato e portato a Jackson. Sostituito il copertoncino e bici pronta per i chilometri che mi attendono domani. Sto ancora riflettendo sull’accaduto, e non posso nascondere di aver dato, con le esperienze del passato, alcune cose scontate, come ad esempio, che la bici sia sempre perfetta e non gli accada nulla. Nella progettazione delle mie future imprese, cambieranno alcuni dettagli. Photo by Federico Manfredi (@Manfredishot)

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  • Siamo arrivati a Camden, anche la decima tappa è arrivata a termine. Dopo così tanti chilometri percorsi, inutile dirlo, la stanchezza inizia a farsi sentire e l’avvicinarsi del giorno di riposo non può che fare sempre più piacere. Sarò comunque un riposo relativo perché vogliamo visitare la città e documentarla, ma mentalmente, mi aiuterà tantissimo. La tappa che ci ha portato fino a Camden non è stata uno scherzo, circa 160 chilometri, ma soprattutto 1500 metri dislivello positivo. Purtroppo gran parte dei chilometri li ho passati su strade più trafficate del solito e questo ha rotto un po’ la magia del viaggio. È stata una d quelle giornate che solitamente accadono, e la cosa importante è macinare chilometri per arrivare alla meta. La gamba sta bene, oggi girava benissimo, ma in un viaggio come questo, prevedere un giorno di riposo rimane comunque importante per recuperare forze e spirito. È in qualche modo un’autogratificazione, un premio che ci diamo per essere riusciti a superare importanti difficoltà legate ai chilometri, appunto, e alle salite. Per chi interessato, lascio il mio post pubblicato su LINKEDIN. LINK: https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7205832692217659395/ Avventure ed esperienze come queste oltre ad uno sforzo fisico richiedono ogni giorno una grande concentrazione. Bisogna stare attenti al percorso, seguire la traccia e ascoltare anche i segnali che il corpo ci lancia, rispondendo poi nella maniera più appropriata. È per questo che il giorno di riposo arriva proprio nel momento giusto, perché mi consente, di godermi momenti di distrazione con la squadra, diversi dalla routine di questi giorni e “riordinare” la bici e tutto il materiale. Memphis poi è una città mitica, una di quelle tappe più attese. Prima pensiamo a Jackson, altri 120 chilometri con 1.000 metri di dislivello. . Photo by Manfredishot

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