“ Lo Sport come metafora di Vita “
Pratico Sport dall’età di 5 anni e da sempre ne colgo il fascino e la continua esperienza di vita e crescita che dona ogni volta.
Judo, Calcio, Atletica, Ciclismo, Triathlon ed oggi i Cammini sono i principali sport che ho praticato nei miei primi 42 anni di attività.
Imprese sportive e/o allenamenti che mi hanno plasmato in tutti questi anni, mi hanno permesso di superare la mia disabilità, permettendomi di poter condividere con migliaia di persone meravigliose esperienze.
Ogni chilometro percorso in sella alla mia bici ed ogni passo fatto durante i Cammini, lo vivo per DIVERTIRMI e coltivare la mia SALUTE.
Sono passato da avventure estreme come nel 2010 in India sulla strada carrozzabile più alta del mondo a 5.602 metri fino ad oggi a camminare con la mia unica gamba e le mie due inseparabili stampelle cammini di oltre 1.000 chilometri.
SCRIVIMI per il tuo percorso personalizzato: info@andreadevicenzi.it

  • Mercoledì 22 ottobre ho avuto la fortuna, assieme ad alcuni amici, di visitare “LA Collezione” di Ernesto Colnago. Un’esperienza unica, quasi surreale: due ore immerse in un luogo che racchiude 70 anni di storia, di innovazione e di sogni realizzati. Ogni bicicletta custodita “è un pezzo unico” che racconta una parte d’Italia, una parte di mondo ed una parte del cuore di un uomo che ha trasformato la sua visione in leggenda. La voce e il racconto dello stesso Ernesto Colnago, che ci ha accompagnato lungo il percorso, hanno reso tutto ancora più straordinario. Vedere da vicino le bici che hanno vinto i più grandi trofei del ciclismo mondiale come il Giro d’Italia, il Tour de France, la Parigi-Roubaix e tante altre, è stato come ripercorrere la storia dello sport che più amo, attraverso le sue due ruote. Ma ancora più emozionante è stato scoprire il cammino di Ernesto: da giovane saldatore, a meccanico, fino a diventare uno dei più grandi imprenditori del ciclismo internazionale. In ogni suo racconto ho percepito quella passione incondizionata, quella spinta autentica a fare ciò in cui si crede fino in fondo, che oggi ahimè sembra quasi scomparso. Una passione capace di costruire qualcosa di eterno, fatta di sacrificio quotidiano, di mani sporche di lavoro e di sogni che con dedizione, son riuscite ad arrivare “fino allo spazio”. Esperienze come questa mi ricordano quanto sia importante non smettere mai di credere nei propri progetti, di mettersi in gioco e dare tutto, ogni giorno. Perché solo così, dopo tanta strada, si può davvero gioire del proprio viaggio.

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  • Andrea Devicenzi Guinness World Records

    Appena arrivata una notizia che mi emoziona più di ogni altra: i miei 10 record del mondo sono stati ufficialmente riconosciuti dal Guinness World Records. Quando stabilii quei record il 7 e 8 giugno al velodromo di Palma de Maiorca, non fu solo un sogno sportivo, ma una sfida personale, costruita in quasi 15 anni di attività, in sella alla mia bici, sudando e soffrendo, in compagnia del mio unico motore, la gamba destra. Oggi quel sogno, ha 10 sigilli. Ecco i 10 record conquistati: 100 miglia 200 miglia 300 miglia 100 km 200 km 300 km 500 km 6 ore 12 ore 24 ore Dietro quei numeri ci sono notti insonni, strategie, alimentazione, sacrifici, ma soprattutto una squadra che ha creduto in questo progetto fin dal primo giorno. Un ringraziamento speciale va a chi ha scelto di stare al mio fianco: Borello Supermercati, Progetti del Cuore, Quixa, Pomì, Fondazione Dona di Slancio, Coppini Arte Olearia, Geass, Equistasi, Katana, Outwet, Zinzino, Edel Costruzioni, Lombardo, FIZIK, Anmic Cremona, CSR, Visioli Immobiliare, Avis Casalmaggiore Questa vittoria non è soltanto mia: è di chi ha fatto parte del progetto fin dall’inizio, credendo che l’impossibile potesse essere toccato. Un’altra volta! Da oggi quel riconoscimento apre nuove porte. Sì, continuerò a pedalare, a sognare e a spingermi oltre. Grazie a tutti voi per esserci, che con le vostre parole, il vostro sostegno e la vostra fiducia, siete parte fondamentale di questa storia.

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  • Domenica 12 ottobre 2025 – ore 7:00, Marone (BS), area Villa Vismara. Una data che ricorderò a lungo: la mia prima ciclostorica. Abituato a pedalare su bici di ultima generazione, leggere, precise, aerodinamiche, dove ogni dettaglio è studiato per la performance e l’efficienza, trovarmi in sella a una bicicletta del 1920 è stato come aprire una finestra nel tempo. Solo nel vederla in foto qualche giorno prima, mi aveva emozionato ed incuriosito. Nessuna leva integrata, nessuna fibra di carbonio, nessuna tecnologia: solo acciaio, cuoio, e la sensazione viva e autentica di ciò che il ciclismo era nella sua forma più pura. Appena ho iniziato a pedalare, ho sentito la catena cantare, le ruote vibrare e il ritmo diverso, quasi primordiale, del movimento. Leggermente piccola per me come telaio, ma non importava. Ogni metro conquistato non era un gesto atletico, ma un dialogo con la storia: con gli uomini che hanno aperto la strada, quando il ciclismo era fatica, polvere e passione, condivisa con tutte le duecento persone che erano con me in strada. Partecipare a una ciclostorica significa questo — non contano i chilometri o la velocità, ma la connessione. Connessione con chi ha vissuto lo sport come avventura, con chi ha creduto che la bicicletta potesse essere libertà, scoperta, poesia. Pedalando alle sponde del lago, mi sono ritrovato a pensare a quanto il ciclismo, in fondo, rappresenti la vita stessa: evoluzione e radici. Oggi pedalo con le mia Lombardo Bike o in velodromo con materiali da record, ma tutto nasce da qui — da quel ferro battuto, da quei freni rudimentali, da quella sella che ti ricorda ogni chilometro, forse un po’ scomoda, ma che ha soffiato oramai le 100 candeline. La ciclostorica di Marone mi ha regalato una sensazione rara: quella di sentirmi parte di una tradizione che non si è mai interrotta, di un filo che unisce il passato e il presente. E mentre guardavo altri appassionati partire accanto a me, vestiti con maglie d’epoca, ho capito che questa non è solo una rievocazione, ma una celebrazione. E’ stata la prima volta per me, sicuramente, non l’ultima.

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  • Siamo partiti! Oltre l’Impossibile 2 – Cambogia è iniziato proprio questa mattina, da Phnom Penh, con al mio fianco 10 giovani dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio. Dopo 5 mesi di preparazione, in cui la squadra ha iniziato fin da subito a costruire passo dopo passo un legame, un’identità e un sogno comune, oggi cominciamo a realizzare questo progetto importante e unico nel suo genere. Questa mattina le oltre 30 ore di volo si sono fatte sentire tutte, ma come ogni inizio che si rispetti, l’adrenalina è salita alle stelle. Dopo una buona colazione e un controllo veloce alle bici, ci siamo messi in sella per affrontare i primi 100 chilometri. E subito, senza farci attendere, si è presentato quello che più temevo tra le difficoltà: il caldo e l’umidità, un mix che può diventare infernale, che ti mette alla prova fisicamente e mentalmente. Qualcuno ha accusato il colpo nei modi più diversi, ma con pazienza, spirito di squadra e volontà, ogni ostacolo è stato superato. Per me era la prima volta che posavo le ruote in Cambogia, così come per tutti gli altri ragazzi. La gioia e l’emozione erano palpabili, vive nei nostri occhi e nei sorrisi di tutti/e.Per motivi logistici siamo rimasti quasi sempre sulla strada principale, comunque affascinante, viva, intensa. Sono bastati pochi chilometri per capire quanto questa terra sia diversa dalla nostra, quanto la cultura cambogiana sia distante, ma allo stesso tempo profondamente toccante. Durante una sosta forzata all’ombra, in una baracca poverissima dove si vendevano semplici schede SIM, ci siamo trovati davanti a una scena che ha lasciato tutti in silenzio: alcuni locali, vedendoci accaldati e provati, ci hanno offerto bottiglie d’acqua fresca senza chiedere nulla in cambio. Nemmeno una moneta. Un gesto semplice, ma di un valore enorme, capace di insegnare più di mille parole. Il clima all’interno del gruppo è rimasto sempre positivo, collaborativo, allegro. Questo mi ha permesso di restare in fondo al gruppo, osservare, ascoltare e gestire tutto con serenità. Un gruppo veramente speciale di cui spero nei prossimi giorni, trovare l’aggettivo che li descriva al meglio. Poi, quando mancavano 30 chilometri all’arrivo, il cielo ha deciso di farsi sentire. Tre temporali, consecutivi, ci hanno accompagnati con una tale quantità d’acqua che raramente avevo preso in bici qualcosa di simile. Ma anche quella pioggia era parte del viaggio. Benedizione e sfida allo stesso tempo, che ci rinfrescato e motivato per continuare.. Una prima giornata, questi primi 95 chilometri, che ci aprono a pensieri positivi verso tutto ciò che ci aspetta. Ora ci godiamo un meritato riposo. Domani sarà un altro giorno. E come sempre: non ci fermiamo.

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  • Andrea Devicenzi & Vittoria

    È con grande soddisfazione che annuncio l’ingresso di VITTORIA tra i partner ufficiali dei miei progetti sportivi. Un’azienda di riferimento nel mondo del ciclismo ha scelto di credere nel mio percorso e di supportarmi in vista della prossima grande avventura: 810 chilometri in Cambogia assieme ai giovani dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio, per la seconda edizione del progetto “Oltre l’Impossibile”. Pochi giorni prima della partenza, VITTORIA mi ha fornito tutto il necessario per ottimizzare al meglio la mia bici Gravel Lombardo, mettendomi a disposizione componenti di altissima qualità: RideArmor 38-622 TLR full black G2.0 Air-Liner Light AllRoad 37-42 (35mm) Universal Tire Levers – Single set Universal Tubeless Tire Sealant – 250ml – sigillante con dispenser Vittoria Multiway tubeless valves alloy black 40mm e 60mm Non è solo una fornitura tecnica: è un segno di fiducia. Per me, come atleta paralimpico, sapere che realtà come VITTORIA scelgono di affiancarmi rappresenta molto più che un supporto pratico e di materiali. È il riconoscimento concreto del valore dei progetti che abbiamo costruito nel tempo, e di quelli – ancora più ambiziosi – che stiamo preparando per il futuro. Oggi sarò dall’amico meccanico Lissandron di Casalmaggiore per mettere a punto ogni dettaglio della bici. Sabato si parte per l’Asia, pronti ad affrontare questa nuova sfida: 810 km in 7 giorni, tra caldo, fatica e bellezza. Non ci fermiamo!!!

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  • La seconda giornata di questo straordinario “Connessione Spirituale TOUR 2025” si è conclusa con l’arrivo in un luogo per me davvero speciale: il Santuario de La Verna. Un luogo che porto nel cuore, perché proprio da qui, nel 2018, partii per la mia prima tappa a piedi verso Assisi e poi Roma sulla “Via di Francesco”. Tornarci in sella, in un cammino così simbolico, ha reso tutto ancora più emozionante. È stata e sarà, senza dubbio, la tappa più dura del tour. Una vera prova di resistenza fisica e mentale: 131 chilometri, 3.000 metri di dislivello e temperature che hanno toccato più volte i 40 gradi. Sono partito da Dovadola puntuale alle 8 del mattino, con buone sensazioni che, nonostante la fatica crescente, mi hanno accompagnato fino all’arrivo. Ma la stanchezza, oggi, si è fatta sentire in modo importante. La prima grande sfida è stata la salita al Passo del Muraglione, che con i suoi 1.000 metri di altitudine ha richiesto impegno ma mi ha regalato anche un tratto relativamente “fresco”, grazie all’orario favorevole. Scattata la foto di rito ed una abbondate idratazione, discesa veloce fino ai 200 metri di altitudine, e poi via con la seconda salita impegnativa della giornata, verso il Valico Croce ai Mori. Qui ho iniziato a sentire le prime vere difficoltà, anche a causa del caldo e, forse, di un piccolo errore nella gestione dell’alimentazione. Una nuova discesa mi ha riportato intorno ai 250 metri, giusto il tempo di prepararmi alla terza e ultima grande ascesa della giornata: quella che porta a Chiusi della Verna, e poi al Santuario. Un finale duro, reso ancora più complesso da una lieve disidratazione e qualche scottatura, ma che ho completato con tanta fatica e determinazione. Al mio fianco, il gruppo si sta rivelando affiatato e motivato, anche se stiamo ancora trovando il giusto equilibrio tra le tante dinamiche organizzative. Oggi, pedalando, ho pensato spesso alla squadra che in questi anni si è formata intorno a me per i miei viaggi. Persone di grande valore e competenti, che hanno reso possibili viaggi incredibili e imprese come il Record delle 24 ore su pista. Un pensiero dunque a loro, che hanno fin qui condiviso sogni, sacrifici e successi. Domani ci aspetta un’altra tappa entusiasmante, verso una città che è un gioiello: Gubbio. Un altro passo avanti, in questo cammino che unisce spiritualità, fatica e bellezza.

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  • Il 23 giugno ha preso il via da Modena un cammino speciale, fatto di ciclismo, musica, incontri e profonda spiritualità. È ufficialmente cominciato il “Connessione Spirituale TOUR 2025”, un pellegrinaggio in bicicletta verso Roma, ideato e vissuto da me e Luca Frigeri, diversi ma uniti dalla stessa missione di divulgazione di messaggi positivi e ispirazionali. Un progetto nato con il cuore, pensato per portare luce e ispirazione nel tempo del Giubileo 2025, e che percorre l’Italia da nord a sud attraversando l’Appennino e seguendo poi il tracciato della Via di Francesco, tra luoghi di culto, borghi intrisi di bellezza e paesaggi che invitano alla riflessione e al silenzio. La partenza ufficiale è avvenuta questa mattina presso il Santuario della Beata Vergine della Salute di Puianello, dove abbiamo vissuto un momento toccante: la narrazione della storia del santuario, carica di devozione popolare, e la benedizione prima di iniziare il viaggio. Una partenza avvolta in un’atmosfera raccolta, intima, che ha dato il tono a tutto il progetto: non una semplice avventura sportiva, ma un cammino spirituale condiviso, destinato a lasciare un segno e di far parlare di sé. La giornata è proseguita con una sosta significativa al Santuario di San Geminiano, patrono della città di Modena, e poi alla Cattedrale cittadina, simboli potenti di fede e storia che hanno accompagnato le prime pedalate del tour. Nel tardo pomeriggio, la prima tappa si è conclusa a Monte San Paolo Dovadola, davanti all’Eremo-Santuario di Sant’Antonio, custode silenzioso delle Clarisse. L’accoglienza è stata emozionante: le suore ci hanno accolto con calore e semplicità, offrendo un luogo dove spiritualità e bellezza naturale si fondono in maniera profonda. Luca poi ha tenuto un concerto dedicato proprio alle Clarisse, suonando brani che parlano di speranza, fede, cambiamento, tratte appunto dal suo ultimo albume “Connessione Spirituale”. Insieme poi, abbiamo raccontato i valori che animano questo viaggio: la voglia di testimoniare, di portare parole e gesti che parlino al cuore, di seminare un nuovo modo di credere e vivere. Un momento speciale, fatto di suoni, emozioni e verità, in cui musica e parole si sono fuse in un unico messaggio: tutto è possibile quando si cammina con fede, umiltà e amore. La serata si è poi conclusa con una cena semplice ma straordinariamente significativa, offerta dalle Clarisse: un gesto d’amore che ha confermato come le relazioni vere nascano sempre nella condivisione sincera. Mi piace pensare che in un’epoca segnata dalla solitudine e dallo smarrimento, con fede nel cuore e verità nel vivere, nessun sogno è impossibile.”

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  • Andrea Devicenzi Vittoria Park

    Sono stato ospite dell’azienda Vittoria per partecipare a un incontro davvero speciale, organizzato con grande passione dall’amico Fausto Pella. Un momento intenso, ricco di contenuti e di persone straordinarie, tenuto in una location unica: il Vittoria Park, cuore pulsante di passione, innovazione e visione. Insieme a me, una super campionessa, Vittoria Bussi, primatista mondiale del Record dell’Ora e dell’inseguimento, Stijn Vriends, CEO di Vittoria, Antonio Colombo di Columbus, l’ingegnere Romolo Stanco, e molti altri protagonisti del mondo dello sport e della performance. Guidati da Fausto, abbiamo parlato di sfide, di limiti da superare, e di quel pizzico di follia necessaria per trasformare un sogno in realtà. Nel mio intervento ho raccontato il percorso che, passo dopo passo, mi ha portato al recente record del mondo sulle 24 ore, con 602,990 km percorsi con una gamba sola, e agli altri 9 record mondiali collezionati durante quella sfida partita alle ore 12 di sabato 7 giugno. Un’impresa che ancora oggi fatico a descrivere, figlia di ogni viaggio, allenamento, sacrificio e scelta fatta nel tempo. A rendere tutto ancora più speciale, è stata la visita finale al Vittoria Labs, dove prende forma la tecnologia d’avanguardia che permette a tanti atleti di osare sempre di più. Un luogo straordinario, che custodisce competenza, visione e strumenti in grado di disegnare il futuro del ciclismo. Grazie di cuore a Fausto per l’invito e a Stijn Vriends per la calorosa accoglienza. Perché ascoltare campioni, innovatori e persone che ogni giorno sfidano l’impossibile, è fonte di ispirazione reciproca e di nuovi, potenti stimoli. Le imprese non si fanno da soli. Si costruiscono insieme.

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  • Lunedì 26 maggio ho avuto l’onore di essere ospite delle sezioni AVIS di Sala Baganza e Felino, in provincia di Parma, per una serata intensa e carica di emozioni. Un’occasione speciale che ha intrecciato sport, avventura e l’importanza della donazione del sangue, valori che porto nel cuore da oltre trent’anni. Ad accogliermi, un ricco apericena con salumi tipici di altissima qualità: un benvenuto che racconta tutto l’orgoglio e l’identità di questo territorio, e che ha creato l’atmosfera perfetta per il mio intervento. Il pubblico – numeroso e partecipe – ha seguito con grande interesse ogni fase del racconto: dagli inizi della mia storia sportiva, passando per l’incidente che a 17 anni ha cambiato la mia vita, fino ai traguardi raggiunti e agli obiettivi che mi attendono, come il record mondiale sulle 24 ore in pista. Raccontare quell’incidente non è mai semplice, ma è fondamentale. Non per soffermarsi sul dolore, bensì per dare valore a ciò che è nato dopo: lo studio, il lavoro, la canoa, la bici, le imprese sportive in tutto il mondo, le sfide vinte e – soprattutto – l’amore per la vita. Tra le curiosità del pubblico, grande interesse ha suscitato la bici da record esposta in sala. Una bici speciale, perché racchiude sogni, sacrifici, chilometri e tanta passione. Un simbolo che ha emozionato molti, soprattutto i più appassionati di ciclismo. Essere nuovamente ospite di una sezione AVIS è stato un privilegio. Ringrazio di cuore Marina e Gino per l’invito e per aver voluto condividere con me e con il pubblico questo momento così autentico. Non dimenticherò mai che, nell’agosto del 1990, poche ore dopo l’incidente, furono necessarie ben 19 sacche di sangue in meno di tre ore. Dire che “devo la vita all’AVIS” è, per me, una verità assoluta. Ecco perché continuo, con entusiasmo e gratitudine, a diffondere il messaggio della donazione, cercando di unire il racconto della mia storia a quello di un impegno più grande: quello verso la comunità. Se anche tu, come AVIS di Sala Baganza e Felino, credi nel potere delle storie vere per ispirare, motivare e diffondere valori, scrivimi: sarò felice di raggiungere il tuo territorio per un incontro, una serata, un momento di condivisione. Perché il cambiamento nasce sempre da un gesto. Anche piccolo. Ma fatto col cuore.

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  • Sabato 24 maggio è stato un giorno speciale. Dopo 14 anni, sono tornato a indossare un numero, a mettermi in griglia, a sentire il conto alla rovescia in mezzo a quel silenzio che solo una cronometro sa regalare. È stato il giorno del mio ritorno alle competizioni ufficiali: Campionati Italiani a cronometro su strada. Un ritorno che fino a otto giorni fa non era minimamente nei miei programmi.Poi, una telefonata con l’amico Fausto Pella ha cambiato tutto.Durante un incontro casuale con Romolo, storico volto della T.Red, Fausto – venuto a sapere del mio desiderio di partecipare ai Campionati Italiani a cronometro – non ha esitato a chiedergli la disponibilità di una bici da crono.Romolo, con grande generosità, ha risposto subito con un sì, prestandomi la bici che ha reso possibile la mia partecipazione alla gara.Un gesto semplice, ma straordinario. Di quelli che trasformano un’idea estemporanea in un’opportunità concreta per mettermi alla prova. Ancora una volta. Al massimo. La mia preparazione in questi mesi è tutta orientata verso qualcosa di completamente diverso: il record del mondo sulle 24 ore, che proverò a stabilire tra due settimane al velodromo di Palma de Maiorca. Lì conteranno la costanza, la testa, la capacità di resistere a lungo. Qui, nella cronometro, serviva l’opposto: 16 chilometri tutti d’un fiato, con il cuore in gola, i muscoli che urlano, la concentrazione che non può calare neanche per un secondo, la gestione delle proprie forze, tante all’inizio, pochissime nel finale. Ma proprio per questo ho scelto di esserci. Per dare un’ultima “sgasata”, come la chiamo io. Per testare testa, corpo e cuore in un contesto ad altissima intensità. Per ricordarmi chi sono, cosa ho dentro, e quanto ancora posso tirare fuori!!! Al termine della cena, una volta rientrato in stanza, ho sentito quel filo sottile di tensione che il misurarsi con gli altri inevitabilmente porta con sé. Ma senza farmi travolgere, senza modificare le mie abitudini. Ho fatto quello che faccio sempre: alle 22 ero già a letto, mezz’ora su YouTube a guardare qualche documentario – come sempre, di vario genere – e poi il buio. Riposo. La gara, il giorno dopo, è andata come doveva andare. Un quinto posto, senza una preparazione specifica per questa specialità, che per me ha il sapore della vittoria. Perché la vera vittoria, in questo caso, è stata scegliere di esserci. Sono stati 26 minuti a tutta, che mi hanno restituito segnali incoraggianti in vista del record, e uno stato fisico e mentale che reputo perfetto. Tutto questo non ha fatto che confermare una cosa: sono pronto. Ancora più motivato. Ancora più consapevole di ciò che mi attende tra 13 giorni. Dubito di rientrare ancora in questo tipo di competizioni. Non perché manchi il rispetto o l’interesse, ma perché non mi emozionano quanto l’endurance. Amo restare in sella ore e ore, attraversare territori, perdermi nello sguardo e nell’anima dei luoghi che vivo. Quella lentezza potente che solo l’endurance sa regalare. Un ringraziamento di cuore al Team Leonessa, che mi ha accolto con semplicità e stima. E a tutte le persone che hanno condiviso emozioni e sorrisi in quel di Donoratico. È stato un rientro intenso, veloce, vero. Una parentesi che mi ha fatto bene. Ora, si torna al mio mondo: l’endurance, il sogno, il record. Ci vediamo tra pochi giorni. Al centro della pista. Dove tutto conta. E tutto può accadere.

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  • Il 22 maggio 2025 ho avuto l’onore di partecipare, per il terzo anno consecutivo, a una delle tappe del Giro-E, l’evento parallelo al Giro d’Italia dedicato alle bici da corsa a pedalata assistita. Questa volta, la tappa ha avuto un significato particolare: l’arrivo a Viadana, nel cuore del territorio Oglio Po, che ho l’orgoglio di rappresentare. La giornata è iniziata a Reggio Emilia, dove il villaggio di partenza in Piazza della Vittoria era animato da un’atmosfera festosa. L’area hospitality, la presentazione delle squadre sul palco e gli spazi dedicati ai più piccoli hanno reso l’evento accessibile e coinvolgente per tutti. Alle 12:30, siamo partiti per un percorso di circa 60 chilometri, chiuso al traffico, che ci ha portato attraverso le strade della Pianura Padana fino a Viadana. Il meteo è stato clemente per gran parte del tragitto, con temperature ideali per pedalare. Tuttavia, a circa 5 chilometri dall’arrivo, una pioggia improvvisa ci ha colti di sorpresa, aggiungendo un ulteriore elemento di sfida all’esperienza. Dopo esserci cambiati, abbiamo potuto godere dell’area hospitality, dove, mentre pranzavamo, abbiamo seguito la diretta televisiva. La nostra postazione, a soli 50 metri dall’arrivo, ci ha permesso di assistere sia al primo passaggio che al finale della tappa dei professionisti. Il Giro-E 2025, giunto alla sua settima edizione, si compone di 18 tappe, per un totale di 1.098 chilometri e quasi 20.000 metri di dislivello. È un evento che unisce innovazione, sostenibilità e passione per il ciclismo, offrendo a un pubblico sempre più ampio l’opportunità di vivere l’emozione della Corsa Rosa. Partecipare a questa manifestazione è sempre un’emozione unica. La possibilità di pedalare su strade chiuse al traffico, precedendo di poche ore i professionisti, e di condividere l’esperienza con altri appassionati, rende il Giro-E un evento imperdibile per chi ama il ciclismo. Inoltre, l’arrivo a Viadana ha rappresentato un momento di grande orgoglio per il nostro territorio Oglio-Po, che ha potuto mostrare al mondo le sue bellezze e la sua accoglienza. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata: gli organizzatori, i volontari e i compagni di viaggio. Il ciclismo è uno sport che insegna il valore della fatica, della determinazione e della condivisione, e il Giro-E ne è una testimonianza concreta. Non vedo l’ora di affrontare nuove sfide e di continuare a rappresentare con orgoglio il territorio Oglio Po nelle prossime edizioni del Giro-E.

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  • Andrea Devicenzi Hollywood Access Film Festival

    Proprio oggi è arrivata una di quelle notizie che, in silenzio, scuotono tutto. Una notizia importante non solo per la gratificazione in sè, ma per l’energia profonda e autentica che riaccende. Abbiamo vinto l’Hollywood Access Film Festival con il trailer di “On the Road”, il viaggio dello scorso anno da Chicago a New Orleans, in bici, tra sogni, chilometri e incontri, vissuto in prima linea con il videomaker Nicholas Babusci ed il fotografo Federico Manfredi. Un festival internazionale, una vetrina globale. E tra tante storie, la nostra. In quei minuti di video non c’è solo uno che pedala: ci siamo tutti! Ci sono i sogni che si trasformano chilometro dopo chilometro lunghe le strade, la gamba che spinge ma anche le mani che aiutano, le parole scambiate lungo il percorso, i sorrisi e le sciocchezze di due giovani che mi accompagnavano,le albe e le difficoltà, il vento contrario, il caldo torrido e la musica che abbiamo portato con noi. Ma soprattutto c’è un messaggio che va oltre la bici, lo sport, le imprese: la possibilità reale, concreta, di ispirare le persone. Di accendere qualcosa in chi guarda. E quando questo qualcosa accade a migliaia di chilometri da te, capisci che la tua voce è arrivata lontano. Questo premio non è solo un riconoscimento. È un carburante emotivo per me e per tutte le persone che fanno parte di questo progetto. È un messaggio potente che ci invita a fare ancora meglio: ognuno nel proprio ruolo, nella propria passione, nella propria missione. Grazie di cuore a tutti coloro che mi sono accanto ogni giorno, in silenzio o facendo il tifo. Parlano di noi!!!! Ci vedono nel mondo!!!! E noi… continueremo a farci sentire.

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