
Giro-E nell’OglioPo
24 Maggio 2025Sabato 24 maggio è stato un giorno speciale.
Dopo 14 anni, sono tornato a indossare un numero, a mettermi in griglia, a sentire il conto alla rovescia in mezzo a quel silenzio che solo una cronometro sa regalare.
È stato il giorno del mio ritorno alle competizioni ufficiali: Campionati Italiani a cronometro su strada.
Un ritorno che fino a solo 8 giorni fa sembrava fuori portata, lontano dai radar, impossibile!
E invece, una telefonata. Una semplice chiamata che ha riacceso qualcosa.
Che ha trasformato un’idea in azione.
Così, senza aspettative se non quella di esserci, di vivermela, ho accettato la sfida.
La mia preparazione in questi mesi è tutta orientata verso qualcosa di completamente diverso: il record del mondo sulle 24 ore, che proverò a stabilire tra due settimane al velodromo di Palma de Maiorca.
Lì conteranno la costanza, la testa, la capacità di resistere a lungo.
Qui, nella cronometro, serviva l’opposto: 16 chilometri tutti d’un fiato, con il cuore in gola, i muscoli che urlano, la concentrazione che non può calare neanche per un secondo, la gestione delle proprie forze, tante all’inizio, pochissime nel finale.
Ma proprio per questo ho scelto di esserci. Per dare un’ultima “sgasata”, come la chiamo io.
Per testare testa, corpo e cuore in un contesto ad altissima intensità.
Per ricordarmi chi sono, cosa ho dentro, e quanto ancora posso tirare fuori!!!
Al termine della cena, una volta rientrato in stanza, ho sentito quel filo sottile di tensione che il misurarsi con gli altri inevitabilmente porta con sé.
Ma senza farmi travolgere, senza modificare le mie abitudini.
Ho fatto quello che faccio sempre: alle 22 ero già a letto, mezz’ora su YouTube a guardare qualche documentario – come sempre, di vario genere – e poi il buio. Riposo.
La gara, il giorno dopo, è andata come doveva andare.
Un quinto posto, senza una preparazione specifica per questa specialità, che per me ha il sapore della vittoria.
Perché la vera vittoria, in questo caso, è stata scegliere di esserci.
Sono stati 26 minuti a tutta, che mi hanno restituito segnali incoraggianti in vista del record, e uno stato fisico e mentale che reputo perfetto.
Tutto questo non ha fatto che confermare una cosa: sono pronto. Ancora più motivato.
Ancora più consapevole di ciò che mi attende tra 13 giorni.
Dubito di rientrare ancora in questo tipo di competizioni.
Non perché manchi il rispetto o l’interesse, ma perché non mi emozionano quanto l’endurance.
Amo restare in sella ore e ore, attraversare territori, perdermi nello sguardo e nell’anima dei luoghi che vivo. Quella lentezza potente che solo l’endurance sa regalare.
Un ringraziamento di cuore al Team Leonessa, che mi ha accolto con semplicità e stima.
E a tutte le persone che hanno condiviso emozioni e sorrisi in quel di Donoratico.
È stato un rientro intenso, veloce, vero.
Una parentesi che mi ha fatto bene.
Ora, si torna al mio mondo: l’endurance, il sogno, il record.
Ci vediamo tra pochi giorni.
Al centro della pista.
Dove tutto conta.
E tutto può accadere.