Chi sono

Mi chiamo Andrea Devicenzi, sono Coach e Atleta, appassionato di Sport ed avventure al limite. Sono sposato con Jessica ed ho due meravigliose bambine, Giulia e Noemi.

All’età di 17 anni un grave incidente motociclistico mi ha causato l’amputazione della gamba sinistra. Un evento tragico che ha cambiato la mia vita per sempre.

"Se n’è andata una gamba
ma non la voglia di vivere
ogni giorno della mia Vita
al massimo delle mie possibilità."

Blog

  • Eccomi qui, all’indomani della mia impresa sportiva più dura, più folle, più vera. 602,5 chilometri in 24 ore! Con una gamba sola! Un record del mondo, anzi, 10 record del mondo, ma prima ancora un’esperienza che mi ha scosso dentro, nel corpo, nella mente, nell’anima. Sono stato in sella per un giorno intero, dentro un turbinio di emozioni, pensieri, dolori, speranze. A ogni ora, a ogni chilometro, ho imparato qualcosa. Su di me, sulla fatica, sulla tenacia, del quando “vorresti mollare”, ma fai un altro giro di velodromo, 250 metri, ma che sommato agl’altri, costituiscono un record. E adesso, a distanza di poche ore, faccio ancora fatica a raccontare tutto ciò che è accaduto. Ma sento una cosa con forza: è successo qualcosa di grande, e non solo per me. Non esistono imprese individuali. Dietro ogni sogno realizzato c’è una squadra silenziosa e potente, fatta di amici, famiglia, sponsor, professionisti, volontari, sguardi, parole, strette di mano. A voi va il mio primo e più profondo GRAZIE. Non mi sono mai sentito solo! Mai! Nemmeno quando la notte sembrava eterna, nemmeno quando il corpo voleva fermarsi, perché non c’erano obiettivi tangibili da vedere, da toccare. Ora che il record è scritto, resta una certezza: Esistono molte forme di follia. C’è chi, con una gamba sola, pedala per oltre 600 km… e c’è chi, ancora più folle, lo supporta fino alla fine. . E ora? Ora si torna sulla strada, nelle scuole, nelle aziende, nelle comunità. Perché questa impresa non è solo un traguardo, ma un messaggio: Tutti abbiamo dei limiti. E tutti possiamo superarli.

    Leggi tutto
  • Ieri, mercoledì 28 maggio, ho affrontato uno degli ultimi allenamenti prima del grande evento. Un ritiro breve ma intenso, che vivo come la rifinitura finale di un percorso cominciato sei mesi fa. Un cammino che ha richiesto ogni mia energia, fisica e mentale, e che adesso sento scorrere dentro con quella lieve tensione che solo i grandi appuntamenti riescono a generare. Quella tensione buona, che ti accende, ma che non viveno da molto tempo. Quella tensione che ti fa salire un gradino in più, che ti spinge oltre. Sono partito con un po’ di stanchezza accumulata nei giorni precedenti, ma comunque deciso a portare a casa un segnale forte, una conferma. 100 chilometri in poco più di tre ore, insieme a Pietro, in una sessione che ha avuto un doppio obiettivo: testare le gambe… e il cibo. Sì, perché durante le 24 ore non sarà solo questione di muscoli e testa: sarà anche una sfida di alimentazione, idratazione, tempi. Abbiamo provato le pause: 3 minuti ogni ora. Una strategia semplice, ma che sta diventando certezza e che metterò in pratica durante la 24 ore. La velocità media in pista si aggirava attorno ai 32 km/h, che con le pause si traduce in un’effettiva di circa 28,5 km/h. Se riuscissi a mantenere questi numeri per tutte le 24 ore… sarebbe un sogno che diventa realtà. Sono tornato a fine giornata molto stanco ma felice. Soddisfatto in modo profondo del lavoro svolto nei giorni precedenti. Quella stanchezza buona che ti fa sorridere da solo, perché senti che tutto sta andando nella direzione giusta. Allo stesso tempo incredulo, perché quando ci sei dentro fino al collo, tra numeri, allenamenti, fatica e visione, a volte dimentichi la portata di ciò che stai per fare. Mancano solo 10 giorni. E io ci sono!

    Leggi tutto
  • Lunedì 26 maggio ho avuto l’onore di essere ospite delle sezioni AVIS di Sala Baganza e Felino, in provincia di Parma, per una serata intensa e carica di emozioni. Un’occasione speciale che ha intrecciato sport, avventura e l’importanza della donazione del sangue, valori che porto nel cuore da oltre trent’anni. Ad accogliermi, un ricco apericena con salumi tipici di altissima qualità: un benvenuto che racconta tutto l’orgoglio e l’identità di questo territorio, e che ha creato l’atmosfera perfetta per il mio intervento. Il pubblico – numeroso e partecipe – ha seguito con grande interesse ogni fase del racconto: dagli inizi della mia storia sportiva, passando per l’incidente che a 17 anni ha cambiato la mia vita, fino ai traguardi raggiunti e agli obiettivi che mi attendono, come il record mondiale sulle 24 ore in pista. Raccontare quell’incidente non è mai semplice, ma è fondamentale. Non per soffermarsi sul dolore, bensì per dare valore a ciò che è nato dopo: lo studio, il lavoro, la canoa, la bici, le imprese sportive in tutto il mondo, le sfide vinte e – soprattutto – l’amore per la vita. Tra le curiosità del pubblico, grande interesse ha suscitato la bici da record esposta in sala. Una bici speciale, perché racchiude sogni, sacrifici, chilometri e tanta passione. Un simbolo che ha emozionato molti, soprattutto i più appassionati di ciclismo. Essere nuovamente ospite di una sezione AVIS è stato un privilegio. Ringrazio di cuore Marina e Gino per l’invito e per aver voluto condividere con me e con il pubblico questo momento così autentico. Non dimenticherò mai che, nell’agosto del 1990, poche ore dopo l’incidente, furono necessarie ben 19 sacche di sangue in meno di tre ore. Dire che “devo la vita all’AVIS” è, per me, una verità assoluta. Ecco perché continuo, con entusiasmo e gratitudine, a diffondere il messaggio della donazione, cercando di unire il racconto della mia storia a quello di un impegno più grande: quello verso la comunità. Se anche tu, come AVIS di Sala Baganza e Felino, credi nel potere delle storie vere per ispirare, motivare e diffondere valori, scrivimi: sarò felice di raggiungere il tuo territorio per un incontro, una serata, un momento di condivisione. Perché il cambiamento nasce sempre da un gesto. Anche piccolo. Ma fatto col cuore.

    Leggi tutto
  • Sabato 24 maggio è stato un giorno speciale. Dopo 14 anni, sono tornato a indossare un numero, a mettermi in griglia, a sentire il conto alla rovescia in mezzo a quel silenzio che solo una cronometro sa regalare. È stato il giorno del mio ritorno alle competizioni ufficiali: Campionati Italiani a cronometro su strada. Un ritorno che fino a otto giorni fa non era minimamente nei miei programmi.Poi, una telefonata con l’amico Fausto Pella ha cambiato tutto.Durante un incontro casuale con Romolo, storico volto della T.Red, Fausto – venuto a sapere del mio desiderio di partecipare ai Campionati Italiani a cronometro – non ha esitato a chiedergli la disponibilità di una bici da crono.Romolo, con grande generosità, ha risposto subito con un sì, prestandomi la bici che ha reso possibile la mia partecipazione alla gara.Un gesto semplice, ma straordinario. Di quelli che trasformano un’idea estemporanea in un’opportunità concreta per mettermi alla prova. Ancora una volta. Al massimo. La mia preparazione in questi mesi è tutta orientata verso qualcosa di completamente diverso: il record del mondo sulle 24 ore, che proverò a stabilire tra due settimane al velodromo di Palma de Maiorca. Lì conteranno la costanza, la testa, la capacità di resistere a lungo. Qui, nella cronometro, serviva l’opposto: 16 chilometri tutti d’un fiato, con il cuore in gola, i muscoli che urlano, la concentrazione che non può calare neanche per un secondo, la gestione delle proprie forze, tante all’inizio, pochissime nel finale. Ma proprio per questo ho scelto di esserci. Per dare un’ultima “sgasata”, come la chiamo io. Per testare testa, corpo e cuore in un contesto ad altissima intensità. Per ricordarmi chi sono, cosa ho dentro, e quanto ancora posso tirare fuori!!! Al termine della cena, una volta rientrato in stanza, ho sentito quel filo sottile di tensione che il misurarsi con gli altri inevitabilmente porta con sé. Ma senza farmi travolgere, senza modificare le mie abitudini. Ho fatto quello che faccio sempre: alle 22 ero già a letto, mezz’ora su YouTube a guardare qualche documentario – come sempre, di vario genere – e poi il buio. Riposo. La gara, il giorno dopo, è andata come doveva andare. Un quinto posto, senza una preparazione specifica per questa specialità, che per me ha il sapore della vittoria. Perché la vera vittoria, in questo caso, è stata scegliere di esserci. Sono stati 26 minuti a tutta, che mi hanno restituito segnali incoraggianti in vista del record, e uno stato fisico e mentale che reputo perfetto. Tutto questo non ha fatto che confermare una cosa: sono pronto. Ancora più motivato. Ancora più consapevole di ciò che mi attende tra 13 giorni. Dubito di rientrare ancora in questo tipo di competizioni. Non perché manchi il rispetto o l’interesse, ma perché non mi emozionano quanto l’endurance. Amo restare in sella ore e ore, attraversare territori, perdermi nello sguardo e nell’anima dei luoghi che vivo. Quella lentezza potente che solo l’endurance sa regalare. Un ringraziamento di cuore al Team Leonessa, che mi ha accolto con semplicità e stima. E a tutte le persone che hanno condiviso emozioni e sorrisi in quel di Donoratico. È stato un rientro intenso, veloce, vero. Una parentesi che mi ha fatto bene. Ora, si torna al mio mondo: l’endurance, il sogno, il record. Ci vediamo tra pochi giorni. Al centro della pista. Dove tutto conta. E tutto può accadere.

    Leggi tutto
  • Il 22 maggio 2025 ho avuto l’onore di partecipare, per il terzo anno consecutivo, a una delle tappe del Giro-E, l’evento parallelo al Giro d’Italia dedicato alle bici da corsa a pedalata assistita. Questa volta, la tappa ha avuto un significato particolare: l’arrivo a Viadana, nel cuore del territorio Oglio Po, che ho l’orgoglio di rappresentare. La giornata è iniziata a Reggio Emilia, dove il villaggio di partenza in Piazza della Vittoria era animato da un’atmosfera festosa. L’area hospitality, la presentazione delle squadre sul palco e gli spazi dedicati ai più piccoli hanno reso l’evento accessibile e coinvolgente per tutti. Alle 12:30, siamo partiti per un percorso di circa 60 chilometri, chiuso al traffico, che ci ha portato attraverso le strade della Pianura Padana fino a Viadana. Il meteo è stato clemente per gran parte del tragitto, con temperature ideali per pedalare. Tuttavia, a circa 5 chilometri dall’arrivo, una pioggia improvvisa ci ha colti di sorpresa, aggiungendo un ulteriore elemento di sfida all’esperienza. Dopo esserci cambiati, abbiamo potuto godere dell’area hospitality, dove, mentre pranzavamo, abbiamo seguito la diretta televisiva. La nostra postazione, a soli 50 metri dall’arrivo, ci ha permesso di assistere sia al primo passaggio che al finale della tappa dei professionisti. Il Giro-E 2025, giunto alla sua settima edizione, si compone di 18 tappe, per un totale di 1.098 chilometri e quasi 20.000 metri di dislivello. È un evento che unisce innovazione, sostenibilità e passione per il ciclismo, offrendo a un pubblico sempre più ampio l’opportunità di vivere l’emozione della Corsa Rosa. Partecipare a questa manifestazione è sempre un’emozione unica. La possibilità di pedalare su strade chiuse al traffico, precedendo di poche ore i professionisti, e di condividere l’esperienza con altri appassionati, rende il Giro-E un evento imperdibile per chi ama il ciclismo. Inoltre, l’arrivo a Viadana ha rappresentato un momento di grande orgoglio per il nostro territorio Oglio-Po, che ha potuto mostrare al mondo le sue bellezze e la sua accoglienza. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata: gli organizzatori, i volontari e i compagni di viaggio. Il ciclismo è uno sport che insegna il valore della fatica, della determinazione e della condivisione, e il Giro-E ne è una testimonianza concreta. Non vedo l’ora di affrontare nuove sfide e di continuare a rappresentare con orgoglio il territorio Oglio Po nelle prossime edizioni del Giro-E.

    Leggi tutto
  • Andrea Devicenzi Oltre l'Impossibile Istituto TOSI Busto Arsizio

    Giovedì sera, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tosi di Busto Arsizio, si è tenuta una serata conviviale che ha unito oltre 100 persone nel nome della solidarietà, della formazione e della crescita personale. Un evento prezioso, organizzato in collaborazione con quattro sezioni del Rotary, una del Panathlon, una dell’Inner Wheel Club e una del Rotaract. A servire ai tavoli, con energia ed il sorriso, c’erano proprio loro: i dieci giovani che dal 12 al 24 luglio partiranno con me per la Cambogia nell’ambito del progetto Oltre l’Impossibile 2. Giovani che non solo hanno creduto fin da subito nel valore dell’iniziativa, ma che si stanno impegnando concretamente in ogni fase organizzativa, dimostrando cosa significa lavorare in squadra per un obiettivo comune. La serata, oltre ad aver raccolto fondi fondamentali per sostenere economicamente il viaggio formativo, è stata un’occasione per trasmettere valori, condividere visioni e, soprattutto, accendere ispirazione a tutti i presenti. Questo progetto, infatti, non vuole essere solo un’avventura per pochi, ma un modello replicabile per tanti altri istituti scolastici che credono nell’educazione esperienziale e nel valore della sfida e nello spirito di squadra come strumenti educativi. Ad aprire l’evento, la Presidente del Rotary Ticino, che ha accolto con calore tutti i presenti prima di passare la parola a Valeria, una delle figure chiave del progetto. Dopo un’elegante cena, curata nei minimi dettagli, è arrivato il momento del racconto. Con grande emozione, la Presidente ha letto una presentazione toccante che ha introdotto il mio intervento. Insieme a Valeria, ho ripercorso la nascita di “Oltre l’Impossibile”, partendo dall’esperienza dell’anno scorso in Islanda fino ai preparativi per la Cambogia. Il momento più intenso della serata è arrivato quando, uno ad una, i dieci giovani partecipanti sono saliti sul palco per condividere il proprio “Perché”. In quelle parole c’erano sogni, paure, desideri, voglia di crescere e la determinazione di chi ha scelto di mettersi in gioco davvero. Per tutti i presenti è stato un momento toccante e autentico. Abbiamo chiuso la serata con un caloroso “in bocca al lupo” e un arrivederci, lanciando l’invito alla prima proiezione del docufilm che verrà realizzato con le immagini raccolte durante questa prossima avventura in Cambogia. Se vuoi sostenere il progetto, puoi contribuire con una donazione: Intestazione conto: Comitato Genitori ITE E. Tosi IBAN: IT71D0348822800000000033799 Causale: Progetto Cambogia – Oltre l’Impossibile 2 Ogni contributo è un seme che aiuta a far fiorire nuove consapevolezze. Grazie a chi ci sostiene, crede in noi e cammina al nostro fianco.

    Leggi tutto

Eventi

Eventi trascorsi

  • Iniziano da Sabbioneta le presentazioni aperte al pubblico, relative al mio ultimo viaggio in Scandinavia, Finlandia, Svezia e Norvegia, denominato #crossinthenorth. Faremo assieme un viaggio, grazie a racconti, aneddoti, filmati e foto. Vi aspetto! Vi aspettiamo!

    Leggi tutto
  • Andrea Devicenzi Libro

    Castelverde – 9 dicembre 2022 Altro appuntamento in cui poter venire ad ascoltare e vedere l’Impresa in Islanda. Questa l’organizzazione della serata: Dalle ore 19 MOSTRA FOTOGRAFICA Alle ore 21 – Proiezione del Film “La mia Islanda su di un pedale” Alle ore 21:45 – Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale” VI ASPETTO

    Leggi tutto
  • Andrea Devicenzi Islanda

    Noceto (PR) – 25 novembre 2022 Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale”. Dalle ore 18 alle 23 – Mostra Fotografica Alle ore 21 – Proiezione del Film “La mia Islanda su di un pedale” Alle ore 21.45 – Presentazione del libro “La mia Islanda su di un pedale” Seguiranno aggiornamenti

    Leggi tutto